1. Mexican Way
2. Hard Proof
3. Eleven Days
4. Fallen Angel
5. Ride Like The Wind
6. Whiskey On The Route 666
7. Bet That I Lie
8. Tijuana Jail
9. Whitemoon
10. Love In The Back
11. Time Like These
12. Bangbus
1. Mexican Way
2. Hard Proof
3. Eleven Days
4. Fallen Angel
5. Ride Like The Wind
6. Whiskey On The Route 666
7. Bet That I Lie
8. Tijuana Jail
9. Whitemoon
10. Love In The Back
11. Time Like These
12. Bangbus
I bolognesi Rain del chitarrista Alessio "Amos" Amorati, unico rimasto della line up originale, tornano con un nuovo CD. Dopo i festeggiamenti per il trentennale passati a suonare in giro per l’Italia, e per il mondo, il quintetto si presenta con “Mexican Way”: un CD a 12 tracce proposte in chiave acustica. Non siamo di fronte a delle nuove composizioni, per lo meno non in toto, ma a delle songs dei Rain ri arrangiate per l’occasione più le covers di “Tijuana Jail” di Gilby Clarke (ex Guns n’Roses) e “Ride Like The Wind” di Christopher Cross: i più “fedeli” tra voi la ricorderanno nella versione dei Saxon inclusa nell’album “Destiny” del 1988. Va da se che l’atmosfera che si respira mentre scorrono le tracce non ha niente a che fare con L’Heavy Metal al quale ci hanno abituato i Rain ma è più per così dire “intima” anche se non mancano pezzi che mantengono un loro “tiro”. Si parte con il pulmino sgangherato del gruppo alla volta della “Mexican Way” con la canzone omonima dove l’energia viene rigettata dal suono del Rock avvalorato dal testo in spagnolo. “Con “Hard Proof” ci troviamo in una casetta ai bordi del deserto con un ventilatore e una bottiglia di Tequila mezza vuota sul tavolo. “Eleven Days”, aperta da un piano malinconico, da modo alla calda voce di Francesco “il biondo” Grandi di esprimersi al meglio ma sa anche sorprendere per la sua melodia affine all’ A.O.R. da classifica americana. Fate attenzione a “Fallen Angel”: se fra di voi ci sono dei cuori infranti o delle anime fragili preparino il fazzoletto per asciugare qualche lacrimuccia o gli accendini quando verrà eseguita in concerto. “Ride Like The Wind” mantiene il suo incedere galoppante e la sua carica anche nella versione acustica. “Whiskey On The Route 666” affianca al cantato in italiano quello in spagnolo e si fregia di una chitarra che si scatena; la trovo adatta per intraprendere una bella jam session con amici. “Bet That I Lie” passa da un inizio ultra melodico ad un crescendo più movimentato. Con la citata “Tijuana Jail” avrete l’opportunità di battere il vostro piede a tempo di Rock and Roll. La canzone si adatta benissimo ai ballerini di Rock acrobatico fino al punto in cui la chitarra solista parte con la sua foga, poggiata su una slide di sottofondo. “Whitemoon” accarezza il mondo onirico e rarefatto dei sogni. “Love In The Back” porta con se dei controtempi e, di nuovo, dei giri classici del Rock and Roll assieme ad un repentino stacco di basso e al piano che supporta bene la ritmica. “Time Like These” possiede un input prelevato direttamente dai cantautori degli anni ’70 come Neil Young e Cat Stevens. “Bangbus” chiude degnamente il CD, e il viaggio, con un Rock di stampo sudista. “Mexican Way” è un lavoro riuscito: suoni limpidi supportati da un valido mixaggio, musicisti che sanno il fatto loro, e canzoni adatte per passare una serata con amici su qualche spiaggia crogiolandosi nel dolce far niente. Si può più o meno sindacare su questa scelta “acustica” dei Rain ma credo che, in qualche modo, il gruppo abbia sentito il bisogno di mettere un punto fermo alla fine di un lungo periodo movimentato. Se “Mexican way” vi gusta tanto meglio altrimenti non vi rimane che aspettare il prossimo sferragliante album che, di sicuro, tornerà sulla strada dell’ Heavy Metal.