Avevo conosciuto I Miti Eterni, progetto del talentuoso poli-strumentista Bruno Masulli (anche in bands come Annijilationmancer In Aevum Agere e Power Beyond), circa 2 anni fa all’epoca del “Demo I”, lavoro composto da soli due pezzi, ripresentati anche quali pezzi conclusivi di questo full-lenght, intitolato “Historia Cumae”, di cui costituiscono obiettivamente le canzoni migliori. Il genere musicale è un epic metal molto teatrale (anche per il cantato in italiano, alternato all’inglese, con interventi in latino e greco antico, parti narrate ed altre recitate), solenne e molto elegante. I brani che fanno parte dell’album sono sei, a cui si aggiungono due intro (intitolate rispettivamente “Introduzione” e “Prologos”); si tratta di pezzi dalle durate “importanti” (con la sola eccezione dell’ottimo “Crise e Agamennone”), dato che tutti durano ben oltre i 5 minuti, assestandosi spesso anche oltre i 7 minuti. Un rischio bello grosso questo della durata così elevata, soprattutto quando il ritmo della composizione musicale non è particolarmente brioso, per dare spazio a solennità, epicità e teatralità varie. In altre parole, il rischio di annoiare un ascoltatore non molto attento o poco avvezzo a sonorità così epiche, è alto soprattutto quando la batteria rallenta la propria velocità e le chitarre appesantiscono il loro rifframa. Probabilmente sarebbe stato meglio, accorciare leggermente i brani, magari snellendo qualche passaggio più pesante; oppure, di contro, aumentare un po’ la velocità della batteria, in modo da rendere la composizione musicale più briosa, così da sopportare meglio le durate più lunghe. Sia chiaro, comunque, che si tratta di punti di vista estremamente personali, che non vanno ad inficiare il valore della musica di Masulli e dei suoi I Miti Eterni. Due parole devo farle anche sulla registrazione: è logico che I Miti Eterni non possono avere i budget economici delle big band ma, da profano quale sono, penso che rendere più “corposo” e “pieno” il sound (il suono dei piatti, in particolare, è a volte fastidioso) avrebbe aiutato la resa finale. Resta il dato di fatto del progetto estremamente ambizioso quale è indubbiamente questo de I Miti Eterni: mettere in musica la storia antica e creare un sound così epico e teatrale non è cosa per tutti. Un prodotto musicale non adatto a tutti i metalheads, ma che si va a collocare in una nicchia ben precisa, quella dell’epic metal più melodrammatico ed elegante, i cui adepti, ne sono sicuro, sapranno apprezzare a dovere!