01. Drained
02. The End
03. Like Sand
04. The Truth
05. In My Room
06. Before I Fall
07. Through My Eyes
08. Battles
09. Here Until Forever
10. Underneath My Skin
11. Wallflower
12. Save Me
01. Drained
02. The End
03. Like Sand
04. The Truth
05. In My Room
06. Before I Fall
07. Through My Eyes
08. Battles
09. Here Until Forever
10. Underneath My Skin
11. Wallflower
12. Save Me
Gli anni son passati, gli In Flames sono cambiati, hanno scelto strade musicali sempre più distanti dalle loro radici musicali, e non sarebbe giusto criticarli per questo. Il look da hipster è comunque insopportabile, ma sorvoliamo.
Ho accettato di buon grado di non pensare che dietro il nuovo platter si nasconda una delle band portabandiera del Goteborg sound, anche perché la reazione immediata sarebbe stata quella di scrivere semplicemente: “Usate questo disco per un più soddisfacente e meno imbarazzante tiro al piattello” .
Ma dobbiamo prendere “Battles” per quello che è, giudicandolo di conseguenza secondo i parametri di ciò che può potenzialmente proporre un disco che di fatto si annida tra le spire dell’alternative metal/rock, gioca con filtri vocali, sperimentazioni elettroniche, stacchi ipermelodici e groove in pieno stile a stelle e strisce.
Insomma, il lungo disclaimer introduttivo è per dirvi: si, il voto finale è tendente allo zero, ma le motivazioni non sono da ricercare nel fatto che io sia un inguaribile nostalgico delle vecchie sonorità (che a ben pensarci rimango tra quelli a cui, per esempio “Come Clarity”, era piaciuto, nonostante tutto), ma semplicemente per il fatto che “Battles” è un disco severamente vietato ai maggiori di 14 anni o giù di li, con tutte le attenuanti del caso.
Lo dico pur avendo persino apprezzato l’idea di usare un coro di bimbi su “The End”, non certo una novità assoluta, ma utile allo scopo e, in qualche strano modo, vincente.
“The End” rimane comunque un pezzo tremendamente banale, a livello strutturale l’accoppiata Friden/Gelotte decide di semplificare ancor di più arrangiamenti e melodie, ma il brano nel suo piccolo funziona.
Calcolate che gli In Flames del 2016 neanche ci provano più a farci fessi, cercando di proporci qualche sperimentazione più audace ed adulta. La ricerca è costantemente incentrata sul refrain semplice e ad effetto, che possa essere canticchiato a squarciagola dal vivo. Gli svedesi ormai suonano canzonette, ed un coretto di bimbi arriva addirittura a salvare una “The End”. Poi la band esagera, visto che le aveva a portata di mano, fa cantare le voci bianche su un altro paio di brani, ed a quel punto si finisce nel zuccheroso e stucchevole, per non dire ridicolo.
In tutto “Battles” si respira un’aria ruffiana, e poco cambia se “In My Room” o l’opener “Drained” si possano vantare (ma prendete il verbo con le pinze) di avere dei refrain un filo più incalzanti, se tutto il resto diviene stomachevole già dopo un primo ascolto.
Come dicevo, sono sicuro che certe soluzioni musicali possano anche piacere agli under 14, o in genere ai meno navigati nel mondo metallico, ma sono anche sicuro che un brano come “Save Me” o la ballatona “Here Until Forever”, siano indecenti persino per i Sonic Syndicate, con l’aggravante che gli In Flames son lungi dall’essere una compagine di sbarbatelli.
Unico momento davvero interessante di “Battles” è la darkeggiante “Wallflower”, ma raschiamo comunque il fondo del barile. Per il resto i nostri ci possono pure mascherare alcuni passaggi con qualche duetto chitarristico, o qualche ritmica più serrata che sa di refuso dei tempi passati, ma non è certo abbastanza per promuovere quello che credo sia il peggiore lavoro degli In Flames. Spiace.