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Hate Unbound: una macchina da guerra per gli amanti del thrash e death Hate Unbound: una macchina da guerra per gli amanti del thrash e death Hot

Hate Unbound: una macchina da guerra per gli amanti del thrash e death

recensioni

titolo
Plague
etichetta
Inverse Records
Anno

Tracklist:

  • Baptized In Lies
  • Cut
  • Suffering
  • Burn Your Idols
  • Soiled
  • Puncture
  • Plague
  • I, Martyr
  • Grey Skies
  • The Fallen

 

Line up:

 

Guitar - Daryl Mitchell,
Vocals - Art Giammara
Guitar - William, Cundiff,
Bass - Sean Demura,
Drums - Franklin Hannah

opinioni autore

 
Hate Unbound: una macchina da guerra per gli amanti del thrash e death 2017-05-04 17:33:12 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
5.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    04 Mag, 2017
Ultimo aggiornamento: 04 Mag, 2017
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ormai si è capito, sono un amante del thrash vecchia scuola e del death grezzo e violento e, per quanto possa spaziare con i generi, questi due li avrò sempre nel cuore. Con tale premessa sono lieto e contentissimo di presentarvi gli Hate Unbound, band thrash e death (thrashcore se vogliamo usare termini tecnici) direttamente da Detroit, con il loro "Plague".

Non c'è molto da dire, se non che questo album spacca di brutto: riff cattivi, violenti, grezzi, taglienti...Insomma, una vera e propria macchina da guerra e da carneficina. Vi basti sapere che, tra i gruppi che rientrano nelle influenze della band, vi sono Slayer, Death, Lamb Of God e Metallica. Ma, bando a queste formalità doverose, entriamo più nel dettaglio e vediamo cosa hanno da offrire gli Hate Unbound con il loro capolavoro. Tanto per cominciare devo fare un elogio alle tracce "Baptized In Lies", "Soiled" e "Plagued" perchè, secondo me, sono quelle che più rappresentano il lavoro della band: era da un po' che non ascoltavo dei riff cafoni e cattivi come fossero dei pugni dritti in faccia, senza troppi fronzoli e ghirigori...in un'espressione: pure fucking metal! Non mi stupisce se un gruppo di questo calibro abbia condiviso il palco con Dying Fetus o Belphegor (tanto per citarne un paio).
Altra questione interessante di "Plague" è il fatto che ci sia anche qualche innesto più melodico: se, infatti, prediamo la traccia "Grey Skies", oltre ad essere martellante e violenta, essa presenta delle strofe in cui le chitarre eseguono una parte quasi tendente al metalcore melodico. Ovviamente è solo una piccola cornice poichè la band ha fatto suo il concetto di un album che debba essere una violenta scarica di cattiveria per l'ascoltatore, per cui la vena melodica in "Grey Skies" va presa come una sorta di licenza poetica di contorno.
Infine un encomio va fatto alla voce che, palesemente ispirata a Randy Blythe, mostra di sapersi adattare molto bene ai riff proposti con punte di scream acutissimo e growl più cupo.

Che dire ragazzi, mi ritengo estremamente soddisfatto dopo aver ascoltato per giorni e giorni questo album pauroso, perchè mi mancava un po' di sana violenza nel metal moderno. Se siete appassionati di thrash e death dovete assolutamente ascoltare gli Hate Unbound e il loro mostruoso "Plague"!

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