Debutto per i nordici True Moon : ritorno agli anni 80' Hot
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1. Voodoo
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Il quartetto scandinavo True Moon arriva anch’esso al debutto discografico con un album omonimo. Ormai non si contano più le nuove band che compaiono nel panorama musicale e questa volta ci si trova in un genere musicale un po’ diverso da quello che normalmente si tratta in queste pagine. Ciò che emrge dall’ascolto è un sound fortemente debitore del post punk/new wave ancorato direttamente alla scena degli anni 80’.
Il disco vede alla voce una donzella che non sta certo con le mani in mano alternandosi tra chitarra ed un tono vocale abbastanza acuto anche se non disdegna qualche momento più oscuro e sexy. Di positivo c’è che le vocals ed in generale le strofe sono spesso memorizzabili in fretta imprimendosi nella mente nel giro di poco. La produzione è abbastanza sporca e retrò però adattissima per gli sviluppi sonori della band che bene o male vanno in due direzioni distinte tranne qualche leggera ma interessante variazione di rotta.
Si trovano brani immediati come “Run Run Run” (con chitarre dinamiche tra l’irruenza e l’atmosfera) o la punkeggiante “In the Dead of the Night” dal riffing arrembante oppure la distorta “True Moon” (acida e malinconica) ma si può aggiungere anche l’opener “Voodoo” dove fanno capolino atmosfere elettroniche ed efficaci linee vocali. C’è anche spazio per momenti quasi pop (con un crescendo molto intenso) in canzoni come “Sugar” e per attimi amari e tristi (la finale “Honey” dalla musicalità secca). Spesso gli arrangiamenti sono minimali e quadrati salvo qualche eccezione come la sghemba e dark “Our Own Darkness” o la poderosa “Guns” dal chitarrismo che combina psichedelia, arpeggi e potenza. C’è freddezza ma anche un certo romanticismo ben evidenziato nel mai banale lavoro melodico presente nelle tracce del disco (grazie ai numerosi inserti new wave), come pure un certo senso di agitazione interiore misto a tormento come nella dura “Just Like Smoke”.
Un album molto interessante che mette sotto i riflettori una band da nono sottovalutare. Per quanto abbastanza grezzo l’esordio della compagine nordica merita attenzione. Consigliati!