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RAGE NUCLEAIRE: ESORDIO MEDIOCRE RAGE NUCLEAIRE: ESORDIO MEDIOCRE Hot

RAGE NUCLEAIRE: ESORDIO MEDIOCRE

recensioni

titolo
"Unrelenting Fucking Hatred"
etichetta
Season Of Mist
Anno

Line Up:

 

Alvater : tastiere, basso, sampler
Dark Rage : chitarra
Lord Worm : voce
Fredrik Widigs : batteria

 

Tracklist:

 

1 Violence Is Golden

2 Hunt With Murderworms, Sculpt With Flies

3 The Gift Of The Furnace

4 Fields Of The Crucified

5 Endzield

6 The Sorrow Children At Mouningside

7 30 Seconds In The Killhouse

8 Unrelenting Fucking Hatred

9 The Gallows And The Black Coffins

10 The Feeding Habits Of Homo Horribilis

opinioni autore

 
RAGE NUCLEAIRE: ESORDIO MEDIOCRE 2012-11-10 10:15:33 Michele Alluigi
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Michele Alluigi    10 Novembre, 2012
Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 2012
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Giungono al debutto discografico, siglato Season of Mist, i canadesi Rage Nucleaire. Un disco questo “Unrelenting Fucking Hatred” le cui basi poggiano su un black metal schietto, secco e violento, la cui influenza maggiore sono gli Immortal di lavori come “Diabolical Fullmoon Mysticism” e “ Pure Holocaust”.
Le canzoni infatti hanno, per ingredienti principali, blast beat serratissimi, riff taglienti e voci in screaming ossessivo e malato, certamente nulla di nuovo sotto il sole, se di sole possiamo parlare in ambito black metal; un disco potente e maligno, che spruzza malvagità ad ogni secondo, ma siamo di fronte ad un lavoro abbastanza nella norma in ambito black metal.
A sprazzi si aggiungono parti corali ed intermezzi di tastiere davvero suggestive che richiamano band già più all'avanguardia come gli Emperor, ma il suono crudo resta dominante.
Unico filo conduttore delle liriche e del concept è la violenza, esplorata in ogni sua possibile manifestazione, dal suicidio, al genocidio fino all'odio in generale, temi che ormai sono all'ordine del giorno per le band estreme.
La produzione è davvero minimale, gli strumenti più curati sono le tastiere e la batteria, le restanti chitarre e basso sono un unica caciara di suoni zanzarosi, che spesso disorienta nell'ascolto, mentre la voce è ossesiva e quasi succube dei suoi lamenti (ricorda molto i Burzum di “Det Som Engang var”), scelta decisamente poco vincente per esprimere l'odio e la cattiveria, dove il cantante dovrebbe farsi fiero alfiere della propria follia.
Nel complesso un buon disco di old school black metal, adatto ai tradizionalisti, ma c'è ancora da migliorare.

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