Line Up:
Diogo Santana - vocals (session)
Fábio Silva - guitars
Nuno Costa - guitars
André Lourenço - bass (session)
Ita dos Santos - drums
Tracklist:
1. M.A.S.S. [04:20]
2. Universal Dismal Collapse [04:24]
3. Ascended Masters [05:41]
4. The Illusion of Space and Time [04:27]
5. Emptiness Defiled [06:36]
6. Omniverse [04:16]
7. Xenoverse [06:09]
8. Nagas [06:16]
Running time: 42:09
"The Undivided Wholeness of All Things" degli Annihilation: un lavoro senza infamia e senza lode Hot
recensioni
opinioni autore
Secondo album per i portoghesi Annihilation, Brutal Death band locata in Lisbona che già in passato s'era fatta notare per due ottime produzione come il debut "Against the Storm" e l'EP "The Undivided". Questa loro nuova fatica - "The Undivided Wholeness of All Things", edita da Nice to Eat You Recors - è anche l'inizio di una nuova era per la band portoghese: è il primo disco in cui il fondatore e chitarrista Fábio Silva non si occupa più delle voci, sostituito in questo disco dal session Diogo Santana e poi in pianta stabile dalla nuova singer Sofia Silva; anche il resto della line up è stato quasi del tutto rinnovato: è rimasto il batterista Ita do Santos, mentre nuovi sono, oltre alla vocalist, il chitarrista - con João Corceiro al posto di Nuno Costa - ed il bassista - Tiago Felizardo, mentre nell'album c'è un altro session, André Lourenço -.
E' un Brutal Death abbastanza canonico quello degli Annihilation; supportato da una discreta tecnica da parte della band, "The Undivided Wholeness of All Things" è un album che punta soprattutto su un impatto duro, a discapito della "velocità d'esecuzione" che, ormai, ci si aspetterebbe. Non abbiamo insomma ritmi serrati e blast beats a manetta per tutta la durata del disco, anzi il più delle volte la band portoghese si mostra più a proprio agio nei momenti in cui rallentano notevolmente l'azione. Ogni pezzo che compone quest'album è tutto sommato buono, con a mio avviso "The Illusion of Space and Time" ed "Omniverse" una leggera spanna meglio delle altre, ma c'è comunque il problema che si ha la sensazione di star ascoltando semplicemente un disco canonico. E' un disco che sì raggiunge una facile e comoda sufficienza, ma nel quale non viene osato più di tanto, tant'è vero che di memorabile, alla fine, lascia ben poco, come ad esempio la parte centrale della già citata "The Illusion of Space and Time".
Un buon riffingwork, sezione ritmica soddisfacente, buono anche il cantato di Diogo Santana, ma tirando le somme il lavoro degli Annihilation risulta essere solo un altro disco nella sconfinata marea di uscite Death (con tutti i suoi sottogeneri) che ci sono. Una chance, se siete deathsters, la si può anche dare, ma non aspettatevi niente più che un discreto disco Brutal, senza infamia e senza lode per l'appunto.