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Un dubbioso debutto per gli Hexenklad

recensioni

gruppo
titolo
Spirit of the Stone
etichetta
CDN Records
Anno

PROVENIENZA: Canada

GENERE: Black Metal / Folk

LINE UP:

Timothy Johnston - Voce

Michael Grund - Chitarra

John Chalmers - Chitarra

Clare B. - Tastiera

Session/Guest Musicians: 

Alex Snape - Basso

Sterling Dale - Batteria

Raphael Weinroth-Browne - Violoncello

TRACKLIST:

1. In this Life or the Next

2. To Whom Veer Sinistral

3. At the Ends of Existence

4. Returned

5. At Dusk

6. In Waking Tymes

7. Path to Ruin

8. An Offering

opinioni autore

 
Un dubbioso debutto per gli Hexenklad 2018-11-18 18:19:05 Marianna
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Marianna    18 Novembre, 2018
Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 2018
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Dal remoto Ontario, giungono a noi gli Hexenklad con il loro debut album: Spirit of the Stone. Forti del chitarrista Mike Grund (già nei SIG: AR: TYR) e Timothy Johnston (ex membro degli Eclipse Eternal), decidono di affacciarsi sul panorama musicale contemporaneo proponendo una commistione tra Folk e Black Metal.

Personalmente ritengo di aver ascoltato un album influenzato, quasi prettamente, dallo stile Black Metal anziché Folk; la copertina dal “font” tipico del suddetto genere, ne è l'esempio lampante.
Tracce infinitamente lunghe, sporadiche apparizioni di violoncello e flauti, non possono compensare la mancanza di originalità che ci saremmo aspettati dalla band. Sebbene la traccia "To Whom Veer Sinistral” strizzi (vagamente) l'occhio ai Finntroll, poco li ricorda ed accomuna.
Più si procede nell'ascolto, più si realizza che ben poco vi è da salvare di questo lavoro per nulla brillante; apprezzabilissimo il giro di piano introduttivo di “Returned” e persino la musicalità da “cavalcata vichinga”. Benchè si richiamino vagamente gli Amon Amarth, siano presenti tamburi imponenti e riffs taglienti, tutto ciò non salva Spirit of the Stone da un giudizio non del tutto positivo.
Su otto tracce, personalmente, “risparmio” solamente l'ultima: “An Offering”; piacevolissimo componimento acustico ed instrumental che risolleva l'opinione sopra esposta.
Ascoltando questo brano sembra di immergersi nella natura, di sentire vivo il contatto con essa e raggiungere uno stato di quiete; ritengo che esso andasse inserito come interludio dell'opera, magari al quinto posto.

Sebbene (ed effettivamente), lo stile compositivo degli Hypocrisy sia manifesto, altrettanto le influenze emozionali dei Primordial, i tratti Folk risultano poco marcati.
La componente Black Metal è "viva" sotto ogni aspetto, sia esso musicale, che estetico/stilistico. Innanzitutto il logo: esso, come già detto in precedenza, presenta un “font” proprio delle bands di questo genere; cuspidi, caratteri illeggibili (o quasi), sono elementi distintivi di tale branding e presenti anche nel logo degli Hexenklad. Le foto promozionali e di presentazione della band sono alquanto discutibili e contrastanti, quasi a rispecchiare la mancanza di “coerenza” del gruppo. Se Timothy Johnston appare come il classico vichingo grande e grosso che spunta dal bosco, imbracciando un corno o un bastone, pronto a romperti il cranio, perchè il resto della formazione sembra appena rincasato da un concerto degli Insomnium?
Saranno dettagli insignificanti, ma riflettono ciò che stiamo ascoltando, Spirit of the Stone, infatti, è un debutto incerto, più vicino alle sonorità Black e Death anziché Folk. Dal punto di vista tecnico e compositivo non vi è nulla da obiettare, l'esperienza e la passione di ogni singolo musicista emergono ed arrivano dritti all'ascoltatore. Riffs martellanti, duri, che fanno da perfetta cornice al growl accorato del vocalist. Ma il Folk? Riaffiora in sporadiche occasioni.
Speriamo che in futuro gli Hexenklad scelgano con maggiore decisione quale strada seguire.

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