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Implacabile e punitivo: l'album di debutto dei Brand Of Sacrifice Implacabile e punitivo: l'album di debutto dei Brand Of Sacrifice Hot

Implacabile e punitivo: l'album di debutto dei Brand Of Sacrifice

recensioni

titolo
God Hand
etichetta
Unique Leader Records
Anno

Tracklist:

  • 1. Begin
  • 2. Divinity
  • 3. Fortress
  • 4. Charlotte
  • 5. The Branded
  • 6. Hill of Swords
  • 7. Claw Marks
  • 8. After Image
  • 9. Beast of Darkness
  • 10. God Hand

Line-up:

  • Kyle Anderson - Vocals
  • Michael Leo Valeri - Guitar / Production
  • Dallas Bricker - Bass
  • Liam Beeson - Guitar
  • Rob Zalischi - Drums

opinioni autore

 
Implacabile e punitivo: l'album di debutto dei Brand Of Sacrifice 2019-07-28 16:17:56 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    28 Luglio, 2019
Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 2019
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Con mio sommo piacere, sto notando che la Unique Leader Records si sta buttando sul deathcore: molte sono le band arrivate in redazione -soprattutto alle prese con il primo album- che si affidano a questa label e tutte si attestano su un livello alto! Oggi tocca ai Brand Of Sacrifice, progetto che si divide tra Toronto e Manhattan nato solamente un anno fa e che, con una cattiveria disarmante, tira fuori il suo album di debutto intitolato "God Hand". 8 inni alla malvagità pura che si concretizzano in una colata di riff pesantissimi e cadenzati da rimanerci secchi -più due intermezzi di cui, sinceramente, si poteva fare a meno, però va beh, ormai è fatta-.
Totalmente votati all'esperienza di band quali Devourment e Cryptopsy e senza mancare di quella forte vena tecnica in stile Meshuggah e The Black Dahlia Murder, il disco si presenta in una forma più che smagliante ed è in grado di colpire dritto in faccia con sonorità marce e e violente. Prendiamo immediatamente l'opener "Begin" (che ironia eh?!): annunciata da un'intro dissonante e fuori scala da far venire la pelle d'oca, ecco che esplode nella pesantezza più totale, accompagnata dall'incredibile performance canora in grado di regalarci un pig growl cavernoso e gutturale. Ma siamo solo all'antipasto. I Brand Of Sacrifice riescono a tirare fuori dei pezzi più veloci che ricordano un po' la vecchia scuola del genere. Mi viene subito in mente la mia traccia preferita, "Charlotte": inzuppata fino al midollo del deathcore alla Whitechapel degli albori, è, da inizio a fine, tirata e galoppante grazie alla doppia cassa. Davvero una traccia con i fiocchi nella quale la parte melodica e dissonante gioca un ruolo strategico nel dare all'ascoltatore quell'ulteriore senso di vuoto e smarrimento mentre le chitarre lo distruggono con la loro furia.
In generale "God Hand" non cala nemmeno di una virgola, eccezion fatta per i due intermezzi "Hill Of Swords" e "After Image" che, come detto sopra, ho trovato completamente inutili e fuori contesto. Buttate in mezzo senza logica o cognizione di causa, hanno il grosso difetto di spezzare il climax che si viene a creare traccia dopo traccia. Altra questione che un po' mi ha fatto storcere il naso è la poca durata di tutto il disco: siamo sulla media degli scarsi 3 minuti per brano. Peccato, se fosse durato di più lo avrei gustato meglio dal tanto che mi è piaciuto. I Brand Of Sacrifice si beccano comunque un voto alto per l'ottimo lavoro svolto che sicuramente sarà un biglietto da visita di tutto rispetto. Bravi ragazzi!

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