Tracklist:
1. The Dying False King
2. Agenda Ignis
3. Bad Blood
4. Malum
5. Falsified and Hated
6. Aeon Daemonium
7. Worthless Abominations Destroyed
8. Daemon Spawn
9. Of Worms and Ruins
10. Invoke the Oath
Tracklist:
1. The Dying False King
2. Agenda Ignis
3. Bad Blood
4. Malum
5. Falsified and Hated
6. Aeon Daemonium
7. Worthless Abominations Destroyed
8. Daemon Spawn
9. Of Worms and Ruins
10. Invoke the Oath
Onestamente? Un disco non proprio all'altezza del nome, né tanto meno delle aspettative come invece gridano i colleghi appartenenti ad altre testate.
Tolte le tendenze omicide da gossip alla Maria De Filippi, ed i finti proclami pubblicizzati poi da chi "li sordi" li prende e come dalle major di turno, il nuovo album dei MayheM é un disco valido a metà e che, come da consuetudine per la band, risulta esser "fuori dal tempo". Parlo di "fuori dal tempo" perché i nostri ormai sembra che sfornino dischi che verranno poi "capiti" solo a distanza di anni, quando il pagliaccio di turno si rifarà spudoratamente al sound della band norvegese e si griderà al miracolo mediatico per la nuova band "all'avanguardia", pur puntando il dito a come i MayheM certe cose già le suonavan anni prima. Niente di nuovo sul fronte occidentale, il classico disco costruito a tavolino, con promozione spiccia di fondo ed interviste guidate per attirare l'audience e spingere le vendite. Cofanetti, libri, mutande borchiate con il logo pittato sopra. I nostri si spingono avanti per forza d'inerzia e tiran fuori lavori che farebbero rigirare il famoso Topo Gigio, recentemente menzionato nell'intervista ad Agghiastru (cercatela nel web!), nella tomba.
Tra chi parla di "evoluzione" nel sound della band, di album dell'anno ecc., io tiro fuori la testa dal sacco e dico la mia.
"Daemon" é un disco che non si può capire ad un primo ascolto. Ci son davvero tante sfaccettature che lo caratterizzano, ma non per questo griderei al miracolo. É un buon disco, ma si perde costantemente nel cercare di creare un'aura "misteriosa", "occulta", che in fin dei conti é un pallido riflesso dei classici del genere scritti proprio dalla band in questione.
Prima che si arrivi a qualche brano davvero "succoso" e diretto bisogna aspettare mezzo disco.
Tra una boiata e l'altra (vedi brani come "Malum"), i nostri trovano la tanta agognata ispirazione da "Aeon Daemonium" in poi, riuscendo a spingersi leggermente oltre e riuscendo finalmente a darci un lavoro di basso degno di nota (non come quell'obbrobrio ascoltato con l'opener "The Dying False King"). La successiva "Worthless Abominations Destroyed" - singolo promosso per il lancio del disco - é forse il brano che in rapporto minutaggio/qualità rimane il piú intenso ed accattivante. Interessante anche la divagazione pop-metal rappresentata da "Daemon Spawn", un brano abbastanza scontato, ma non per questo di bassa qualità. Il ritorno alle armi vero e proprio arriva però con "Of Worms And Ruins" e la conclusiva "Invoke The Oath". Il resto?
La prima metà del disco passa alla storia come noiosa, priva di grazia, il classico oro degli stolti. Sporadici riff effettivamente validi che purtroppo son anticipati o posticipati da parti che lascian il tempo che trovano, che cadono nel già sentito, eppur senza riuscire a trovare il giusto appiglio. Non mancano le parti da Guitar Hero, come in quell'assolo che spunta fuori dal nulla in "Bad Blood", né tanto meno vanno a mancare alcune trovate da circo, come i synth novantiani di "Falsified And Hated".
Le due stelle della band rimangono comunque loro: Attila che come sempre offre un lavoro ottimo ed un'interpretazione sublime ed il buon vecchio Hellhammer che é semplicemente perfetto nella sua performance.
Il resto, quel maledetto resto, ha bisogno di piú riprese per poter finalmente ingranare, riducendo notevolmente le possibilitá di far diventare un disco come questo un vero capolavoro.
Tra chi mi dirà "... facessero tutti album cosí...", chi si sentirà inferiore con frasi come "... magari riuscissimo noi a scrivere brani cosí...", ricordatevi ragazzi che non bisogna essere i MayheM per scrivere buone canzoni e sopratutto, non dimentichiamo, se non fosse per la promozione di fondo, un disco come questo si dimenticherebbe facilmente dopo uno o due mesi dalla sua uscita.
Orsú dunque, accingetevi a dargli un ascolto e, per cortesia, lasciate perdere la "stampa specializzata", aprite le orecchie e non fatevi ingannare dal nome.