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Per i Torchia un secondo album senza filo conduttore Per i Torchia un secondo album senza filo conduttore Hot

Per i Torchia un secondo album senza filo conduttore

recensioni

gruppo
titolo
The Coven
etichetta
Rockshots Records
Anno

PROVENIENZA: Finlandia

GENERE: Melodic Death Metal 

TRACKLIST:
1. Sky
2. Gallows
3. Moon, Rise!
4. Lord of Dreams (Cult March)
5. Plague Peasant
6. Jäämaa
7. Memoirs
8. Astral Planes
9. Forever Blood

LINE-UP:
Edward Torchia - vocals
Ville Riitamaa - guitars & backing vocals
Henri Heikkinen - guitars
Pirkka Birkstedt - bass guitar
Ville Virtanen - drums

opinioni autore

 
Per i Torchia un secondo album senza filo conduttore 2020-05-13 10:48:06 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    13 Mag, 2020
Ultimo aggiornamento: 13 Mag, 2020
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Oggi siamo in terra di Finlandia e, come ormai la zona scandinava ci ha abituato, tratteremo di melodic death metal. Per la precisione si parlerà di "The Coven", secondo album per i Torchia, band nata nel 2010 che si ispira, già dal nome, ad Aristide Torchia, personaggio immaginario del romanzo "Il club Dumas" di Arturo Pérez-Reverte. Tutto nella musica del quintetto ruota attorno al mistico, all'esoterismo e ad una sorta di aura mistica che si riflette nei nove glaciali brani proposti. Se da una parte abbiamo certamente un prodotto interessante e tecnicamente validissimo, non può dirsi lo stesso da un punto di vista di filo conduttore. Mi spiego. A livello esecutivo non ho nulla da ridire: riff spediti e molto, a volte troppo, arzigogolati, brani taglienti come lame ed atmosfera fredda sono le colonne portanti di questo "The Coven", come del resto la Finlandia ci ha fatto vedere con band ben più conosciute quali Insomnium e primi Children Of Bodom. Il problema, a mio avviso, sta proprio in questa aria asettica e troppo anonima che si respira durante tutto l'ascolto. Parafrasando: tutto muscoli e niente cervello. Il filo conduttore, in sintesi, dov'è? Prese singolarmente le tracce spaccano, ma messe insieme in un album non riescono ad inquadrare la situazione e non si sa dove vogliano andare a parare. Ok l'aspetto eterogeneo della musica proposta, ok anche il voler dare un'impronta personale a ciascun pezzo, ma qui si è proprio persa la cognizione di causa. Inesperienza? Non credo. Penso si tratti più di uno strafare non ragionato che ha portato inevitabilmente a peccare dal punto di vista espressivo e reso questo "The Coven" un album asettico e anonimo. E ve lo dice uno che ama la tecnica e gli arzigogoli, ma anche in questo caso bisogna dare una direzione a ciò che si suona, altrimenti resta tutta roba fine a se stessa e fondamentalmente inutile.
Un album godibile ed a tratti interessante, soprattutto la linea vocale di Edward Torchia piuttosto atipica per il genere ma davvero interessante, ma nulla di più. Il mio consiglio è quello di sfoltire il tutto da inutili orpelli ed eccessivi tecnicismi e dare una forma più comprensibile a ciò che si sta suonando. In bocca al lupo.

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