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Mercenary: ottimo esempio di thrash moderno Mercenary: ottimo esempio di thrash moderno Hot

Mercenary: ottimo esempio di thrash moderno

recensioni

gruppo
titolo
“Through Our Darkest Days“
etichetta
NoiseArt Records
Anno

 

Track-list:

1. A New Dawn

2. Welcome The Sickness

3. Through Our Darkest Days

4. Dreamstate Machine

5. A Moment Of Clarity

6. Beyond This Night

7. Starving Eyes

8. Generation Hate

9. Forever The Unknown

10. Holding On To Serenity (Bonustrack)

 

Line Up:

Jakob Mølbjerg: Guitar

René Pedersen: Bass, All Vocals

Martin Buus: Lead Guitar, Keyboards

Peter Mathiesen: Drums

opinioni autore

 
Mercenary: ottimo esempio di thrash moderno 2013-08-07 09:32:59 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    07 Agosto, 2013
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Mea culpa ho sempre ignorato i danesi Mercenary; non so spiegarvi il motivo, ma non sono mai stato incuriosito da questa band ed adesso mi rendo conto di aver sbagliato. Quando ho avuto la possibilità di recensire “Through Our Darkest Days“, settimo album della carriera dei Mercenary, ho pensato che era ora di colmare questa mia lacuna e questa scelta è stata sicuramente indovinata. Già, perché il thrash della band capitanata dal singer/bassista René Pedersen è molto aggressivo ed energico, ma non è ancorato al passato ed utilizza, al contrario, un sacco di soluzioni moderne, dai molteplici effetti sulla voce, fino a certe soluzioni stilistiche nelle chitarre che costituiscono un esempio di come si possa suonare thrash metal nel 2013, senza per forza doversi rifare sempre agli stessi stilemi ideati nella Bay Area oltre 30 anni fa. Non avendo mai approfondito finora la mia conoscenza con i Mercenary, non sono in grado di fare paragoni con la produzione passata della band, ma il thrash arrabbiato che suonano mi ha convinto sia per il gusto nel songwriting (che, a volte, non disdegna nemmeno piccole concessioni melodiche), ma soprattutto per il notevole impatto sonoro che si può ascoltare quando si alza il volume delle casse, segno evidente di una registrazione pressoché perfetta. Per i miei gusti nel thrash, René Pedersen abusa un po’ troppo del growling e lo preferisco di gran lunga quando dimostra di avere anche un’ugola pulita interessante, ma questi sono puramente pareri personali che non inficiano l’ottimo risultato finale. I 10 brani di questo album (in realtà 9 + 1 bonustrack) sono tutti vere mazzate di thrash moderno che vi faranno sbattere il capoccione in un furioso headbanging fino a che non avrete martoriato definitivamente le vostre povere vertebre cervicali! Tecnicamente i 4 musicisti non si discutono; forse avrei preferito un po’ più di protagonismo del batterista Peter Mathiesen, soprattutto nell’uso della doppia-cassa, come anche più parti soliste della chitarra da parte di Martin Buus, ma anche qui siamo nel campo dei gusti personali, forse ancora troppo legati alla scena thrash anni ’80 per via della mia veneranda età. Il mio pezzo preferito è “A moment of clarity“, brano appunto in cui non mancano parti in doppia-cassa ed assoli di gran gusto; comunque sia non ho avuto modo di riscontrare alcun tipo di passo falso, caduta qualitativa o filler di sorta, segno evidente che i Mercenary ci sanno fare davvero. Tirando le somme, “Through Our Darkest Days“, dotato di una copertina spettacolare, è un ottimo esempio di thrash moderno che potrà sicuramente andare incontro ai favori dei fans della band e del genere specifico; se siete fra questi, credo dobbiate farci seriamente un pensierino e non farvelo sfuggire.

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