Line Up:
Alex Bigon - vocals
Matteo Migliorini - guitars
Claudio Mignolli - guitars
Luca Marogna - bass
Pierluigi Lazzarini - drums
Tracklist:
1. The Beginning of the End [04:50]
2. Trauma [03:53]
3. Death Calls [04:17]
4. Chapter 4 [04:38]
5. Slowly the Corpse Burn [04:30]
6. I can't Wait [04:19]
7. ...a Trail of Blood and Hope [03:33]
8. Funeral of Light* [05:49]
9. My Dark Empire* [04:53]
*Bonus tracks
Running time: 40:42
Discreto debutto per i veronesi Diabolical Minds Hot
recensioni
opinioni autore
Debutto autoprodotto per i Diabolical Minds, Death Metal band veronese formatasi nel 2013, la cui formazione è composta ancora dai cinque elementi originari. Influenzati per la maggiore dal nordico stile degli Amon Amarth, i nostri hanno integrato nel sound anche elementi più Old School ed aperture più moderne, rendendo così il proprio sound vario. Una scelta che, lasciatemelo dire, non fa che bene nell'economia di "...a Trail of Blood and Hope", concept album con la band veneta si presenta al pubblico.
Concept album quindi... e a tal proposito i miei ringraziamenti ai Diabolical Minds, visto che nelle info che accompagnano questo promo c'è anche un file in cui spiegano per filo e per segno di cosa tratti questo loro concept. Riassumendo, si parla del percorso di un tizio dalla mente malata che trova la propria via solo nell'uccidere e mutilare, fino alla conseguenza di esser totalmente soggiogato da questi impulsi. Questo quindi il percorso che si dipana nelle prime sette tracce dell'album, che inizia senza intro inutili, ma direttamente con "The Beginning of the End". Dai primissimi istanti risalta all'orecchio la forte influenza che hanno avuto i vichinghi di Johan Hegg nel sound dei Diabolical Minds: è, come detto, un Melodic Death dall'impatto durissimo, in cui alle ottime melodie chitarristiche si contrappone una sezione ritmica rocciosa - e di miei complimenti all'ottimo drummer Pierluigi Lazzarini -. Con le varie "Trauma", "Death Calls" e "Chapter 4" si segue pedissequamente lo stesso canovaccio, mentre con "I can't Wait" abbiamo la canzone più "carcassiana" del lotto, un elemento-Carcass che aveva fatto già capolino nell'interessante parte centrale di "Slowly the Corpse Burn". Nella title-track, infine, possiamo ascoltare anche controtempi tipici di quello che fu il sound dei leggendari Death. Le ultime due canzoni dell'album non fanno invece parte del concept album, ma sono state inserite come bonus tracks per mostrare l'evoluzione della band e possono esser considerate, cito dalle info, una finestra sui futuri sviluppi del songwriting. Da quello che possiamo ascoltare in "Funeral of Light" e "My Dark Empire", sembra che i Diabolical Minds c'abbian preso più la mano nel mix dei diversi stili che compongono il loro sound.
Insomma, non è che "...a Trail of Blood and Hope" sia uno di quei dischi che facciano gridare al miracolo e non è un esordio clamoroso come ce ne sono stati diversi anche solo quest'anno, ma è di certo un buon disco la cui fruizione prosegue senza intoppi o momenti di stanca, cosa che per un debutto autoprodotto va decisamente più che bene. Soprattutto, mette la giusta curiosità su cosa sapranno tirare fuori in futuro