A+ A A-
 

"Leaves of Yesteryear" segna il grande ritorno dei Green Carnation, ma... "Leaves of Yesteryear" segna il grande ritorno dei Green Carnation, ma... Hot

"Leaves of Yesteryear" segna il grande ritorno dei Green Carnation, ma...

recensioni

titolo
Leaves of Yesteryear 
etichetta
Season Of Mist
Anno


racklist:
 
1. Leaves of Yesteryear
2. Sentinels
3. My Dark Reflections of Life and Death
4. Hounds
5. Solitude 

Line up: 
Kjetil Nordhus (vocals)
Tchort (guitars)
Stein Roger Sordal (bass)
Bjørn Harstad (guitars)
Kenneth Silden (keys)
Jonathan Alejandro Perez (drums)

opinioni autore

 
"Leaves of Yesteryear" segna il grande ritorno dei Green Carnation, ma... 2020-06-28 19:21:10 ENZO PRENOTTO
voto 
 
3.5
Opinione inserita da ENZO PRENOTTO    28 Giugno, 2020
Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 2020
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dopo 'l’esperimento' "Acoustic Verses" calarono le ombre sui norvegesi Green Carnation. Dopo solo un anno da quell’album la band si sciolse, per poi ricomparire circa 14 anni dopo con una line up in parte rinnovata e con tanta voglia di fare musica. Ciò si tradusse in alcuni speciali live shows tra cui il Roadburn Festival ed uno speciale concerto per l’anniversario di "Light Of Day, Day Of Darkness" (da cui venne tratto un live album), finché nel giro di poco arrivò l’annuncio del nuovo disco, ovvero il qui presente "Leaves of Yesteryear", che è una sorta di riassunto sonoro delle sfumature del combo prog metal nordico.

In realtà, questo disco pare più un EP (seppure duri più di quaranta minuti) che un album vero e proprio, dato che sono solo tre le nuove tracce proposte sulle cinque presenti. Un’altra precisazione da fare, è che la formazione del disco non vede il terzo chitarrista, presente fino al recente live album, Michael Krumins. Andando quindi nel dettaglio, l’album si apre con la title-track “Leaves Of Yesteryear”, che denota una ancora più forte inflessione settantiana rispetto al passato, integrando il classico prog metal malinconico della band con inserti progressive rock (dovuto a massicci inserti di tastiera), cori simil-sinfonici ed intermezzi à la Pink Floyd. Un quadro musicale evocativo grazie anche alle meravigliose vocals di Kjetil Nordhus, che stavolta tiene quasi del tutto fuori episodi più estremi salvo rarissimi casi. La seguente “Sentinels” conferma la traccia precedente, puntando però su una variante diversa usando dei riffs di chitarra più serrati ed un approccio più gothic metal, elaborato ma senza mai che le melodie vengano meno: anzi, qui risultano ancora più sublimi ed accese. I musicisti sono sempre in stato di grazia e hanno raggiunto un ottimo livello di integrazione ed intesa che permette di tirar fuori un piccolo gioiellino come “Hounds” (lunga circa dieci minuti), capace di far convivere armonicamente carezze acustiche, riffs doom, partiture complesse ed un lavoro melodico davvero superlativo che raggiunge vette impensabili. Restano fuori due tracce che rimangono un po’ in uno strano limbo, dato che non si capisce il motivo del loro inserimento. “Solitude” è una cover dei Black Sabbath estrapolata da "Masters Of Reality" rivista in maniera più eterea e sognante, mentre la rimanente “My Dark Reflections of Life and Death” è la ri-registrazione del brano presente sul disco di debutto "Journey to the End of the Night", che ha una nuova veste più raffinata ed emozionale ma nel complesso profuma troppo di riempitivo.

"Leaves of Yesteryear" è un ritorno che si aspettava da una band che ha ancora molto da dire, però lascia un po’ l’amaro in bocca per l’esiguo quantitativo di nuova musica presente. Sicuramente da avere, ma si poteva fare molto di più!!!

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Per poter scrivere un commento ti devi autenticare o registrare
 
Powered by JReviews

releases

All'assalto con i Razgate!!!
Valutazione Autore
 
4.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Social Disorder tornano con un gran bel disco a cavallo tra Hard Rock e Heavy Metal
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Thornbridge, che discone!
Valutazione Autore
 
4.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Si confermano band di qualità gli Arkado!
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Civerous: ancora un po' macchinosi, ma la nuova strada sembra quella giusta
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Autoproduzioni

Dyspläcer, un debut album che fa intravedere del talento
Valutazione Autore
 
3.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Blood Opera: grande incompiuta
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Con “Yet I Remain” i Pandora's Key ci guidano in un oscuro regno di Metal melodico
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Ember Belladonna, un debutto fin troppo poco Metal
Valutazione Autore
 
2.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Metal melodico: debutto per gli Attractive Chaos
Valutazione Autore
 
3.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Gengis Khan: epica cavalcata
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Consigli Per Gli Acquisti

  1. TOOL
  2. Dalle Recensioni
  3. Cuffie
  4. Libri
  5. Amazon Music Unlimited

allaroundmetal all rights reserved. - grafica e design by Andrea Dolzan

Login

Sign In

User Registration
or Annulla