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Ritornano i Mystery Blue, senza infamia e senza lode Ritornano i Mystery Blue, senza infamia e senza lode Hot

Ritornano i Mystery Blue, senza infamia e senza lode

recensioni

titolo
8Red
etichetta
Massacre Records
Anno

TRACKLIST
1. Hatred
2. One Shot
3. Killing Innocence
4. Throwaway Society
5. Vikings Of Modern Times
6. Final Fight
7. Legions Of Metal
8. Beast Within
9. Earth Without Humans
10. Introspection

LINE UP
Nathalie Geyer - Vocals, Keyboards
Frenzy Philippon - Guitars
Sylvain Ebersoldt - Guitars
Florian Trug - Bass
Vince Koehler - Drums

opinioni autore

 
Ritornano i Mystery Blue, senza infamia e senza lode 2020-01-28 11:57:38 Francesco Noli
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Francesco Noli    28 Gennaio, 2020
Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 2020
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I Mystery Blue sono francesi e addirittura (udite udite!) si sono formati nel 1978 per volere del bravo chitarrista Frenzy Philippon che, a oggi, è l'unico membro originale; dopo ben 7 albums e con uno split tra il 1988 e il 1995, oggi i nostri danno alla luce questo album dal titolo "8Red", gioco di parole per sottolineare appunto che questa è l'ottava fatica della band. Un lavoro che alterna in misura eguale luci e ombre: da una parte abbiamo un album prodotto dalla stessa band (masterizzato e mixato da Vince Koehler, batterista del gruppo, che si è occupato anche della bella copertina) e suonato in maniera professionale sfoderando un Heavy Metal roccioso, sanguigno e d'impatto interpretato alla grande dall'abile voce della cantante Nathalie Geyer qui anche alle testiere; d'altra parte si avverte un po' di noia nell'ascolto, causa canzoni prive di mordente con il mood sempre uguale e una certa approssimazione in fase di songwriting. Il loro Heavy Metal in 4/4 roccioso parte bene con songs quali "Hatred" e "One Shot" dove la voce dona sicuramente punti in più alle songs e anche in "Final Fight" e "Earth Without Humans" il lavoro delle chitarre è ruspante con cambi di tempo e riffs azzeccati. Il problema appunto però è che le altre canzoni si perdono un pochino e tendono tutte ad assomigliarsi finendo nella monotonia, mid tempo già sentiti milioni di volte, là dove in realtà non c'è la track vincente che spicca sulle altre dando un'impennata al platter; una volta finito l'ascolto è facile dimenticarsi di "8Red", anche se la bella ballad "Introspection" risolleva un po le sorti e la qualità del disco. Un disco dunque a metà senza infamia e senza lode, come ne escono moltissimi e, se non siete ancora stanchi di un certo Heavy Metal puro che ricorda gli anni '90, un ascolto attento lo dovete prestare, mentre tutti gli altri possono tranquillamente volgere il loro sguardo altrove.

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