PROVENIENZA: Italia
GENERE: Black/Doom Metal
TRACKLIST:
1. Aenigma
2. π
3. Perdition
4. Psychostasis
5. Metamorphosis
6. XXIII
LINE-UP:
Noctuaria - vocals
Mortifero - guitars, drums
Sir VIII Coffins Mime - bass (session)
PROVENIENZA: Italia
GENERE: Black/Doom Metal
TRACKLIST:
1. Aenigma
2. π
3. Perdition
4. Psychostasis
5. Metamorphosis
6. XXIII
LINE-UP:
Noctuaria - vocals
Mortifero - guitars, drums
Sir VIII Coffins Mime - bass (session)
Oggi ci addentriamo nei meandri più oscuri e di nicchia del panorama black metal italiano per parlare dei nostrani Nebrus e della loro nuova fatica "Dark Forces Reign", album prodotto dalla Third I Rex uscito a distanza di tre anni dall'ultimo "Extra Malorvm".
Formatisi in terra toscana nel 2008, il duo Mortifero-Noctuaria è dedido ad un black metal con pesantissime influenze doom, così da creare, ascolto dopo ascolto, un'atmosfera a dir poco velenosa, angusta e claustrofobica. A ciò si aggiungano le ben presenti influenze della madrepatria Norvegia e quel tocco di depressive che ritroviamo in band storiche come gli Xasthur. Insomma, almeno sulla carta il calderone è bello pieno di spunti interessanti. Spunti che ovviamente non mancano in questa nuova fatica, forse un pelino superiore a quella precedente. Ma se da una parte la musica riesce perfettamente nell'intento di ipnotizzarvi e massacrarvi, dall'altra mi duole far notare che quel senso di noia e lentezza si sente fin troppo, soprattutto dal punto di vista compositivo, non tanto per quello che concerne le ritmiche lente e ripetitive -c'è comunque una forte influenza doom e guai se così non fosse-. Un punto di merito va sicuramente alla prova canora di Noctuaria: totalmente atipica per il genere e dedita ad un growl bassissimo ed echeggiante, quasi fosse un lontano gorgoglio di qualche bestia infernale, riesce molto bene a rendere ancora più soffocante l'atmosfera maledetta che si respira traccia dopo traccia. A tratti potrebbe ricordare Nocturno Culto dei Darkthrone, almeno quello degli ultimi album.
Buona, come accennato, la sezione ritmica che ogni tanto ci regala qualche accelerata molto old school (vedasi l'ottima "Perdition") ma che, alla fine, risulta quasi un fuoco di paglia in quanto il tutto tende sempre ad attestarsi sullo stesso livello. E se da una parte ciò rende tutto l'ascolto funereo e volutamente pesante, dall'altro si viene a creare quel fastidioso effetto di non prestare più attenzione a ciò che si ascolta.
Detto ciò, mi limiterò a dire che sta solamente a voi: i Nebrus sono veramente ma veramente una band di nicchia, da culto oserei dire; perciò o siete fan incalliti di questo frangente, oppure passate oltre.