IL DEATH METAL D'OGGI: THE VERY END IL DEATH METAL D'OGGI: THE VERY END Hot

IL DEATH METAL D'OGGI: THE VERY END

recensioni

titolo
"Turn Off The World"
etichetta
SPV
Anno

 

Tracklist:

1) Splinters
2) Iron Sky
3) Infidel
4) The Black Fix
5) Maelstrom Calling
6) Sixes And Nines
7) The Last Mile
8) Dreadnought
9) Gravity
10) Orphans Of Emptiness
11) To Feed On Hope


LINE-UP:

Vocals: Björn Gooßes
Guitars: René Bogdanski
Guitars: Alex Bartkowski
Bass: Marc Beste
Drums: Daniel Zeman

opinioni autore

 
IL DEATH METAL D'OGGI: THE VERY END 2012-12-07 14:39:31 Michele Alluigi
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Michele Alluigi    07 Dicembre, 2012
Ultimo aggiornamento: 07 Dicembre, 2012
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“Uno, due , tre, quattro, la vera fine è vicina”, questo l'incipit del nuovo lavoro dei tedeschi The Very End, un disco diretto, potente e carico di energia; un death metal melodico che si presenta subito come influenzato dagli Arch Enemy, i costrutti ritmici, i giochi melodici ed i solos si richiamano molto alla band di Michael Ammot e soci, anche se non oserei definirli una schietta copia.
Il songwriting infatti è molto ben architettato, i brani si susseguono abbastanza bene, compatti nel complesso e le dinamiche sono creative e variegate. Il lavoro di studio è compatto, tutti i suoni sono infatti ben architettati e calibrati, buoni gli alti dei suoni di chitarra, che valorizzano l'impatto delle sei corde durante i fraseggi più heavy delle canzoni, quanto alle ritmiche esse non sono eccessivamente cariche di bassi ma la spinta è comunque bilanciata dal basso.
I suoni di batteria sono un po' troppo sbilanciati sui fusti, rendendo i piatti un po' troppo “eterei” ma comunque il risultato finale è buono, i pezzi sono un vero e proprio vulcano e quelle citate sono giusto minuzie da audiofili.
Quanto alla voce lo screaming di Bjorn Goosses oscilla un po' troppo tra death metal e metal core, molto meglio la sua performance nei puliti, dove le sue doti melodiche gli rendono giustizia.
Nel complesso i The Very End sono una band valida, un ottimo esempio di modernità che non sa di modaiola e che sperimenta sapientemente i suoni, rendendosi così appetibile sia dai fans più tradizionalisti, che dai nuovi adepti dalle orecchie ipercristallizzate dalla musica d'oggi.

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