Russian Turbo Polka Metal, tutto chiaro no? Russian Turbo Polka Metal, tutto chiaro no? Hot

Russian Turbo Polka Metal, tutto chiaro no?

recensioni

gruppo
titolo
Energia
etichetta
Napalm Records
Anno

1. Energia
2. Barada
3. Radost Moja (feat. Wladimir Kaminer + Yuriy Gurzhy)
4. Autodrom
5. Istanbul feat. Ozden Öksüz
6. Violina Mia
7. Kartuli Vino
8. Surrealnaja
9. Dikije Deti
10. Ajajaj feat. Mizgebonez
11. Tanzi Tanzi
12. Sorry

opinioni autore

 
Russian Turbo Polka Metal, tutto chiaro no? 2013-03-20 08:10:18 Celestial Dream
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Celestial Dream    20 Marzo, 2013
Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 2013
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Ci sono un Russo, un Ucraino ed un'Austriaco che formano una band. No, non sto per raccontarvi una barzelletta, ma è la vera storia dei Russkaja. Insieme partendo da Vienna hanno suonato in svariati concerti di generi diversi in giro per l'Europa (addirittura al Wacken!) proponendo il loro Russian Turbo Polka Metal. Tutto chiaro no? Mmmhhh, immagino qualche espressione perplessa davanti allo schermo... ok, ammetto che non è facile capire il sound proposto da questi ragazzi, ma potete immaginarlo: i Russkaja rivedono la loro musica folkloristica Russa in chiave metal. "Energia" è il loro terzo album, un mix tra vari generi cosi distanti tra loro che derivano dai diversi backgrounds dei componenti della band.

Insomma avete presente il Kazatchok? Quella danza folk Ucraina che sicuramente avrete visto in qualche film o spettacolo? Ecco ascoltando i Russkaja sembra quasi di avere a che fare con questa musica in versione metallica. Inutile dire che i testi sono in gran parte in lingua Russa e quindi non ho compreso una mazza; la band capitanata dal cantante e fondatore Georgij Makazaria presenta nel proprio sound anche un violinista e alcuni strumenti a fiato tra cui il Potete, un incrocio tra la il trombone e la tromba. Il risultato è un disco originale, con dei ritmi inusuali che ricordano anche lo SKA e possono attirare la vostra attenzione con brani come la title track o "Autodrom", con la vivace "Kartuli Vino" o la potente "Dikije Deti", mentre ascoltando "Istanbul" sembra quasi di essere catapultati in qualche sala da ballo liscio. Tirando le somme, di metal c'è ben poco in questo disco e personalmente mi è risultato difficile mantenere la concentrazione e non cadere nella noia più profonda dopo qualche pezzo.

Originali, interessanti ed unici ma, per quanto mi riguarda, piuttosto soporiferi e non accessibili a tutti.

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