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Un buon disco, ma non ancora in grado di emergere tra le uscite imperdibili del settore

recensioni

titolo
Point Of No Return
etichetta
Perris Records
Anno

1. Touchy Too (2:38)
2. Face to Face (3:57)
3. Heaven Starts from You (4:35)
4. Victims (5:18)
5. The Death of Me (4:57)
6. Point of No Return (5:17)
7. Warriors of the Wasteland (4:06)
8. Mind Lies (3:25)
9. The Attraction Law (5:21)
10. The Reading Day (5:09)
11. The Education Day (4:49)
12. Time to Go (4:57)

opinioni autore

 
Un buon disco, ma non ancora in grado di emergere tra le uscite imperdibili del settore 2013-04-22 06:56:38 Celestial Dream
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Celestial Dream    22 Aprile, 2013
Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 2013
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I The Prowlers esistono dal lontano 1996 e non sono più dei giovincelli alle prime armi, ma arrivano solo ora al quarto disco in studio e ammetto che ho comprato questo disco a scatola chiusa, dopo che per i loro precedenti lavori ho sempre rimandato lasciandoli ahimè colpelvolmente da parte. La band romana ci presenta una dozzina di buoni brani dediti a del power/prog/classic metal che unisce gli Iron Maiden agli Eldritch, passando tra Vision Divine e Bejelit.

Registrato agli Jailhouse Studios, “Point of no return” vede alcuni cambi di line-up rispetto al recente passato, con l'entrata di Massimo “Reckless Fable” Canfora alle chitarre e, dopo essere stati pubblicati in passato dalle note etichette Locomotive e Pure Steel Records, quest'ultimo disco vede la luce tramite la label americana Perris Records. Dopo un'intro strumentale, si attacca con "Face to face", brano che mette in mostra il lato più prog-heavy della band, che strizza l'occhio ai già citati Eldritch anche grazie alla voce di Fabio Minchillo che ricorda un pochino quella di Terence Holler. I The Prowlers puntano sulla melodia con la powereggiante "Heaven Starts from You" pezzo veloce che possiede un refrain fatto apposta per piacere già dai primissimi ascolti. Altro brano niente male è "Victims" con le sue tastiere ben presenti ed un ritmo veloce, sicuramente tra i brani migliori del disco (molto bello il chorus con dei bei coretti). Anche la power ballad " The Death of Me" piace mentre la title track piazzata a metà disco è sicuramente tra le canzoni più riuscite; energica e melodica al punto giusto, con dei bei solos chitarra-keys. La vera e propria ballata la troviamo con "Mind Lies", una lenta piano-voce di un certo pathos, mentre nel finale cala un po' il livello del disco e sono pochi i momenti esaltanti nonostante la discrete "The Education Day" e "Time to Go".

La sensazione è quella di avere tra le mani un buon dischetto, sopra la sufficienza ma non ancora in grado di emergere tra le uscite imperdibili del settore. "Point Of No Return" si attesta su buoni livelli in ogni singola traccia ma non contiene nessun pezzo da far letteralmente girare la testa.

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