The Casualties, un nome che non lascia presagire nulla. Poi vedi le foto, e ti sembrano veri punkettoni, di quelli che non si vedono più, e pensi che forse neanche più esistono, quelli di un'altra epoca, non come quei giovincelli tappati da punk ma tremendamente ipocriti che si vedono oggigiorno per la piazza, magari con lo spritz seduti al bar del centro. E poi, per ultima cosa, piazzi "Resistance" nel lettore CD, senza troppa speranza.
Due minuti più tardi: "ma che ca**o di hardcore!"
Incredibile. Dico sul serio. Non sono un grande estimatore del genere. Si, ho qualche canzone che mi piace, ma non riuscirei mai ad ascoltare un disco di punk/HC tutto d'un fiato. O almeno, questo pensavo prima di conoscere questa band. Solitamente ascolti delle bands del genere e ti pare che siano tutte uguali, non riesci a distinguerle, nonostante sia una scena che supporto, ma musicalmente si è tremendamente appiattita. Invece, questi maestri del punk hanno quel qualcosa in più sotto il punto di vista della rabbia, della violenza, dell'aggressività, del songwriting...con riff sfrontatissimi e clamorosamente d'impatto, ed una sessione ritmica indimenticabile. Il cantato poi non è come tanti altri che tende a stufare. Screaming scarno e di gola, grezzo e furioso come la peste nera, oltre che vari cori.
Giuro, raramente ho trovato un disco così d'impatto subito ai primi due ascolti. Ricordano quasi i vecchi NOFX per la carica, ma è impossibile stare fermi con questi The Casualties. Una band che ha un potenziale mostruoso, che può davvero risvegliare le masse di giovani addormentati davanti la televisione. Incazzati come pochi. Altro che extreme metal, sparatevi "Resistance". Che discone ragazzi. Un hardcorazzo di un altro pianeta!