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Mark Angel

Mark Angel

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Hells @ Hades Pub Napoli (16 Novembre 2016)

Mercoledì, 30 Novembre 2016 20:38 Pubblicato in Live Report

Ci sono concerti e concerti, tuttavia qualcosa mi diceva che in quel Mercoledì di metà Novembre avrei assistito a qualcosa di speciale nella mia città. Già da qualche settimana infatti circolavano notizie su questa serata del 16 Novembre: ci sarebbe stata una “One Night Reunion” di una band partenopea degli anni ’80: gli Hells, fautori di un Heavy Metal d’annata.

La band mosse i primi passi nel 1984 durante gli anni d’oro della musica Metal, il fermento metallico era vivo anche nel capoluogo partenopeo grazie a band come loro, i Marshall, gli Strike, i Melissa e pochi altri.

La prima formazione, composta da Claudio e Mariano Del Monaco (rispettivamente batteria e basso), Riccardo Napoli (chitarra solista) e Marcello Marseglia (voce e chitarra ritmica) grazie alle prime composizioni suonò in alcune serate nei locali in voga all’epoca.

Successivamente, alcuni stravolgimenti di line up fecero confluire nella band Riccardo Penta alla voce e Stefano Fuso alla chitarra; i nuovi innesti portarono ad una fruttuosa stagione compositiva culminata nel 1986 con la pubblicazione del demo “Breathless”, registrato in soli tre giorni.

Le tre canzoni presenti nel demo: “Midnite”, “Sexy Nite” e “Revenge” riscossero pareri estremamente positivi portando il nome della band al di fuori dei confini cittadini; lo stesso fecero le loro infuocate esibizioni dal vivo, sempre con ottimi riscontri di pubblico.

In quel periodo, un’etichetta americana propose un contratto alla band, ma purtroppo come molto spesso avvenne alle band nostrane, per problemi vari andò tutto in fumo nonostante il talento della compagine napoletana. Anche a causa di questa mancata occasione, nel 1989 il gruppo si sciolse, salvo poi rivivere parzialmente qualche anno dopo in una nuova band chiamata “Loadstar” che negli anni 2000 ripropose dei brani storici degli Hells.

La storia ha voluto che nel 2016, a 30 anni dallo storico demo, 3/5 della formazione originaria si riunissero in sala per far rivivere i brani del demo oltre a riprendere quelli mai registrati; i nuovi innesti degli Hells sono musicisti di grido: alla voce infatti troviamo il poliedrico Bruno Masulli (Annihilationmancer, Power Beyond, In Aevum Agere, I Miti Eterni, ex Marshall e Savior from Anger) ed al basso Francesco Fiordellisi (ex Savior from Anger e Melissa).

Il concerto prevedeva anche un gruppo di supporto Punk, che tuttavia per motivi imprecisati non si è presentato alla serata, meglio così, il “metallo” è rimasto incontaminato. Una volta giunto al locale con due miei amici ho constatato che la presenza del pubblico si attestava nella media delle serate napoletane, un buon risultato data l’allergia di molti metallari napoletani verso il Metal classico.

Un pregio della vecchia guardia è quello della professionalità: che si suoni davanti a centinaia di persone o davanti ad un pubblico meno folto, i vecchi lupi che rispondono al nome di Hells non si lasciano turbare dall’assenza delle nuove leve e sciorinano una prestazione musicale a prova di bomba.

Dopo una Intro la band presenta brani vecchi e nuovi quali “Nail Dispare Nail”, “Double Face” e la convincente “Panic”, il genere proposto dagli Hells è un Heavy Speed Metal, tra Judas Priest, Saxon, Accept, Motorhead e Riot.

 Il quarto brano in scaletta si apre con un riff conosciuto e sorpresa! Si tratta della cover dell’omonima canzone dei Metal Church, interpretata magistralmente da Masulli, con un timbro molto simile a quello del compianto David Wayne, che dire, una gran bella botta di metallo Old School.

L’assalto all’arma bianca degli Hells non concede un attimo di tregua, ad un brano dal testo ispirato come “Late to Think” segue l’inno degli Holocaust “Heavy Metal Mania”, una vera e propria manna dal cielo per gli amanti della NWOBHM.

Ovviamente vengono proposti i pezzi del demo (Midnite, Sexy Nite e l’anthemica “Revenge”) ma la band non tralascia il divertimento regalandoci due cover del calibro di “Painkiller” e la conclusiva “Ace of Spades” per non dimenticare un’icona come Lemmy.

Avendo ascoltato il demo posso tranquillamente dire che i brani, già di per se ottimi, acquistano dal vivo una qualità ed una potenza maggiore, travolgendo il pubblico già dal primo ascolto grazie a ritornelli efficaci, assoli di chitarra molto studiati ed una sezione ritmica terremotante. La voce di Masulli permette di impostare il cantato su diverse tonalità, senza voler tuttavia sminuire il cantato di Penta che sul demo mi ha ricordato molto lo stile di Steve Sylvester degli anni ’80.

Come recensore ho la fortuna di concentrarmi durante l’anno sulle nuove uscite dei miei generi preferiti (Hard Rock, Heavy, Speed e Thrash Metal prevalentemente) e ciò che riscontro in molte nuove band è la carenza di ispirazione e di qualità compositive che non potranno mai essere compensate da produzioni cristalline o da suoni ipermoderni: mi sento di affermare convintamente che se una band come gli Hells uscisse con un nuovo full length sbaraglierebbe tranquillamente gran parte della concorrenza.

Una volta conclusa l’esibizione la festa non è finita; una Jam session anni ’80 ha fatto divertire i presenti: c’è stato modo di ascoltare diversi musicisti di altre band suonare e cantare brani come “Cold Sweat” dei Thin Lizzy, “The Trooper” dei Maiden, “Breaking the Law” dei Priest, “Enter Sandman” cantata dal sottoscritto (senza ricordarne l’intero testo) ed infine la potentissima “Black Metal” dei Venom cantata da Arnaldo Laghi, ex frontman dei Loadstar.

Non posso che concludere dicendo che chi non c’era si è perso una fantastica serata, bisogna essere aperti alle novità ed alle evoluzioni della nostra musica preferita, ma troppo spesso noto, soprattutto tra i nuovi “metallari” un’indifferenza mista ad ignoranza riguardo il Metal più classico, ciò che questa gente si perde è un bagaglio culturale e musicale immenso.

Detto questo mi chiedo e mi rispondo “Where is the power, where is the glory? Heavy Metal is my story”.

 

Setlist:

1)Intro

2)Nail Dispare Nail

3)Double Face

4)Panic

5)Metal Church

6)Late to Think

7)Heavy Metal Mania

8)Midnite/Sexy Nite

9)Painkiller

10)Revenge

11)Ace of Spades

 

 

Intervistare i propri idoli non ha prezzo!

Dopo aver recensito più che positivamente il loro nuovissimo "XI", album che ha visto il ritorno del mitico singer Mike Howe (nei Metal Church dal 1988 al 1994) ho smosso mari e monti per poter avere uno scambio di opinioni con il mastermind della band: tal Kurdt Vanderhoof.

Mark Angel:

Ciao Kurdt, è un onore per me intervistarti, confesso di essere un vostro accanito fan e credo fermamente che I Metal Church siano una delle espressioni più pure nell’ Heavy Metal; congratulazioni per il vostro nuovo stupendo album, a mio avviso una menzione special va all’incredibile performance vocale di Mike Howe, la sua voce non è cambiata! Come vi sentite e cosa avete provato col suo ritorno?

Kurdt Vanderhoof:

Bene, è ovvio che il suo ritorno ci ha fornito una grande iniezioni di energia e vitalità! Non potremmo essere più felici di cosi, siamo inoltre davvero contenti della positiva reazione dei fan verso il nostro nuovo disco.

Mark Angel:

Se tu dovessi  paragonare “XI” ad uno solo dei tre in cui cantò Mike dal 1989 al 1993, a quale lo paragoneresti e perché?

Kurdt Vanderhoof:

Io credo abbia parecchie similitudini con “The Human Factor”. Almeno questa è la mia impressione, anche se non sono abbastanza sicuro del perché. LOL!

Mark Angel:

Personalmente credo che la miglior canzone del disco sia “Suffer Fools”, un vero capolavoro. Kurdt, qual è il tuo brano nuovo preferito e perché? Vi è qualche motivazione speciale al riguardo?

Kurdt Vanderhoof:

La mia favorita è “Sky Falls In”. Credo che in essa ci sia il vero e reale feeling tipico dei Metal Church; inoltre trovo che abbia un groove fantastico.

Mark Angel:

A mio avviso dischi come “A Light in the Dark” e “Generation Nothing” sono molto validi, credi che nelle vostre prossime dare ci sarà spazio per alcune canzoni provenienti da questi dischi?

Kurdt Vanderhoof:

No, non suoneremo nulla di quel periodo della band.

Mark Angel:

Sei ancora in contatto con i vecchi componenti della band come: Kirk Arrington, Craig Wells, John Marshall e Duke Erickson? Cosa stanno facendo attualmente?

Kurdt Vanderhoof:

Certo! Stanno conducendo tutti una vita ordinaria e tranquilla; siamo ancora in contatto e tra noi c’è sempre una forte amicizia.

Mark Angel:

So che è una domanda difficile, ma rispondimi con sincerità: quale credi che sia il disco meno riuscito dei Metal Church? Hai qualche rimpianto al riguardo?

Kurdt Vanderhoof:

Si, non ho problemi a risponderti, credo che il nostro peggior disco sia “Masterpeace” del 1999. Questo album non sarebbe mai dovuto essere pubblicato in quella maniera. Avrei dovuto seguire di più il mio istinto in quel periodo senza alcuna pressione esterna e senza farmi influenzare dal management o da persone esterne alla band.

Mark Angel:

Qual è  a tuo avviso lo stato di salute attuale dell’ Heavy Metal statunitense? Credi che le cose ora siano migliori rispetto agli anni ’90?

Kurdt Vanderhoof:

Assolutamente si! Grazie ad un rinnovato mercato discografico ed alcune nuove etichette la musica metal sta rifiorendo e tornando ad una seconda giovinezza.

Mark Angel:

Ho appreso da poco la notizia di un tour americano assieme agli Armored Saint; a mio avviso le vostre due band assieme ai Vicious Rumors siete dei simboli innegabili del vero Metal americano; pensi che sarà possibile vedervi assieme anche in Italia?

Kurdt Vanderhoof:

Purtroppo questa è una domanda a cui non saprei risponderti ora come ora, ma posso solo dirti che mi piacerebbe davvero tanto!

Mark Angel:

Ok Kurdt, grazie mille per questa intervista e sentiti libero di concludere con un messaggio ai vostri fedelissimi fan italiani.

Kurdt Vanderhoof:

Speriamo di vedervi tutti quest’estate alle nostre due date del 9 e del 10 Agosto. Non posso non confessarvi quanto stiamo apprezzando il vostro incredibile supporto attraverso tutti questi anni! Ci commuove e ci sta davvero molto a cuore!

 

Love ya!

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