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Per gli Abyssal un quarto disco opprimente e da sensazioni claustrofobiche Per gli Abyssal un quarto disco opprimente e da sensazioni claustrofobiche Hot

Per gli Abyssal un quarto disco opprimente e da sensazioni claustrofobiche

recensioni

gruppo
titolo
A Beacon in the Husk
etichetta
Profound Lore Records
Anno

PROVENIENZA: U.K. 

GENERE: Death/Black/Doom Metal 

FFO: Portal, Deathspell Omega, Impetuous Ritual, Morbid Angel, Mitochondrion 

LINE UP: 
G.D.C. - vocals, guitars, bass 
A. Micklewright - drums (session) 

TRACKLIST: 
1. Dialogue [07:51] =ASCOLTA= 
2. I - Recollection: Shapes Upon the Retina [08:06] 
3. I - Recollection: Awakening / Metamorphosis [06:16] 
4. II - Discernment: The Cloister Beneath the Grime [04:26] 
5. II - Discernment: Khyphotic Suzerains [08:51] =ASCOLTA= 
6. II - Discernment: The Triumph of Fools [05:01] 
7. III - Descent: We Who Beheld the Fall of Axioms [06:33] 
8. III - Descent: A Beacon in the Husk [08:05] 
9. Soliloquy [02:44] 

opinioni autore

 
Per gli Abyssal un quarto disco opprimente e da sensazioni claustrofobiche 2019-10-21 15:03:08 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    21 Ottobre, 2019
Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 2019
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Sono passati quattro anni da "Antikatastaseis", ottimo album che si discostava leggermente a ciò che G.D.C. ci aveva abituato con il suo progetto Abyssal: un lavoro infatti, quello del 2015, in cui si poteva trovare un'accurata ricercatezza melodica che dava più ampio respiro ai brani. Con questo quarto album, "A Beacon in the Husk", il polistruementista britannico ha dato uno sguardo più a posteriori, riprendendo le asfissianti e claustrofobiche atmosfere dei primi lavori. Un disco che si estende per quasi un'ora di Death/Black primordiale, con nove tracce di pesantezza monolitica: già i pirmi secondi dell'opener "Dialogue" lasciano ben poco spazio a dubbi su cosa ci si dovrà aspettare per il prosieguo del disco. Con Abyssal ritroviamo le malsane atmosfere di gruppi come Portal, Impetuous Ritual e Mitochondrion, suoni estremamente cupi e 'fangosi', un growl cupo e rabbioso... ma mai come in quest'opera possiamo ritrovarci riferimenti ai Morbid Angel più oppressivi e claustrofobici, quelli di "Gateways to Annihilation", per intenderci. Una serie continua di riff granitici che si sposano con un drumming forsennato - opera quest'ultimo del session A. Micklewright (Perversion, ex-Abhorrent Decimation, ex-Martyr Defiled) -, una produzione estremamente caotica che però perfettamente si unisce con quello che gli Abyssal vogliono esprimere... tutto in questo quarto album dell'act britannico è costruito in modo da dare una sensazione che potremmo definire orrorifica - ascoltate "I - Recollection: Shapes Upon the Retina" e mi saprete dire -, con l'intera struttura dell'album che sembra tirata su per essere una perfetta colonna sonora agli abissali orrori cosmoci lovecraftiani, arrivando anche a sfiorare i lidi del Drone/Doom come in "I - Recollection: Awakening /Metamorphosis", il cui ascolto non potrà non far venire in mente i pezzi più 'malati' dei Portal.
Un disco, questo "A Beacon in the Husk", il cui ascolto porta con sé quasi una sensazione di malessere: scorrendo con l'ascolto della tracklist, infatti, ci si ritrova con un'affliggente sensazione di claustrofobia, di sentirsi oppressi mentre G.D.C. perdura nella sua opera da incubo. E questo non può che essere un merito per l'artista britannico, i cui Abyssal sono diventati ormai, col tempo, un punto di riferimento per questo particolare genere.

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