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I russi Adfail ed un EP ai confini della noia I russi Adfail ed un EP ai confini della noia Hot

I russi Adfail ed un EP ai confini della noia

recensioni

gruppo
titolo
Poetry of Ruins
etichetta
Another Side Records
Anno

PROVENIENZA: Russia 

GENERE: Gothic/Death/Doom Metal 

FFO: Paradise Lost, Therion, Sirenia, Tristania, My Dying Bride 

LINE UP: 
Alexander Popovich - vocals, guitars 
Yulia Alymova - vocals, keyboards 
Victoria Kirillova - soprano (guest) 
Vladislav Nikolaenko - guitars 
Nikita Bezukladnikov - guitars (guest) 
Alexander Konshen - bass 
Dmitry Belunkin - keyboards 
Miron Kosciukow - viola 
Nikolay Utkin - drums 

TRACKLIST: 
1. Ode [05:28] 
2. After Apostasy [03:48] 
3. Beautiful Dawn [03:36] 
4. Escape [03:07] 
5. I Am the Sun [04:28] 
6. Fairytale [03:45] 
7. Snow [03:53] 

Running time: 28:05 

opinioni autore

 
I russi Adfail ed un EP ai confini della noia 2018-09-20 14:24:51 Daniele Ogre
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    20 Settembre, 2018
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Terzo lvoro in studio per i russi Adfail, ensemble -sono nove i musicisti coinvolti tra membri effettivi e guests- formatosi tra il 2007 ed il 2008 e con all'attivo già due album: "Unkindness..." del 2012 e "Is It a Game?" del 2014. "Poetry of Ruins", uscito recentemente per Another Side Records (sub-label della Metal Scrap), figurerebbe come un EP, per quanto per la durata lo si potrebbe quasi considerare un terzo album per la band russa, dedita ad un Death/Doom estremamente melodico e con fortissimi connotati gotico-sinfonici.

Manco a dirlo, è un fortissimo mood malinconico il leitmotiv della release degli Adfail, ma non che ci s'aspettasse qualcosa di diverso, dato il genere; in questo, grossa parte dei meriti è da dare al gran lavoro atmosferico fatto da tastiere e viola (quest'ultima suonata da Miron Kosciukow), mentre ancora non mi è chiaro se ci sia ancora o meno in formazione il violinista Requiem. Cmq sia, se con le atmosfere gli Adfail riescono a non fallire, è sul piano prettamente musicale che trovo ci sia qualcosa su cui lavorare, per via di un sound troppo derivativo rispetto le bands che l'influenzano: Sirenia, Tristania, Therion (anche se non gli squallidissimi ultimi), ma anche Paradise Lost nei momenti più 'deatheggianti', che sono tra l'altro quelli che ho preferito del disco (e vi sorprende?, n.d.O.), come ad esempio nella parte finale di "Beautiful Dawn". Si parlava poi di vena gotico-sinfonica, che esce fuori soprattutto nei momenti in cui appare la soprano Victoria Kirillova. E guarda caso sono i momenti in cui appare, per me, l'orchite (trad.: due palle così). La produzione è mediamente sufficiente, ma c'è da dire che anche dopo svariati ascolti non riesco a capire cos'abbiano voluto fare gli Adfail con "Escape": il brano ispirato a La Divina Commedia di Dante ha infatti suoni caotici a dir poco, con una batteria che sinceramente mi sembra suonata alla cazzo di cane. Mah...

Il voto finale che sfiora appena la sufficienza è la media di più fattori: un lavoro che in molti momenti può essere considerato sufficiente da un lato, dall'altro una noiosissima voce lirica ed una produzione che a volte sembra calare senza motivo. E poi c'è il pessimo capitolo "Escape". Se al contrario di me non vi scartavetrate le gonadi non appena sentite una voce lirica -femminile, s'intende-, allora magari un ascolto glielo potreste concedere a "Poetry of Ruins". In caso contrario: DELETE! (cit.)

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