1. Praeludium
2. Aeterna Damnatio
3. Furor Melancholicus
4. Obscura Nox Ad Inferos
5. V.I.T.R.I.O.L.
6. Fructus Interdictus
7. Tabula Smaragdina
8. I.N.R.I.
9. Silvae Viridies
1. Praeludium
2. Aeterna Damnatio
3. Furor Melancholicus
4. Obscura Nox Ad Inferos
5. V.I.T.R.I.O.L.
6. Fructus Interdictus
7. Tabula Smaragdina
8. I.N.R.I.
9. Silvae Viridies
Il Black Metal ha dei dettami ed una iconografia ben precisi e poco importa se con il tempo sono state inserite le tastiere, osteggiate dai puristi, o se molte bands si sono rivelate dei “pagliacci” ideologicamente parlando. La nera fiamma può sempre vantare su uno zoccolo duro e fedele che si fa scudo e forza di comporre una certa elite. Come dicevo non mancano i “pagliacci” ma molto spesso leggendo delle fanzines, e non è un caso che le più intransigenti tra esse vengano per lo più da paesi poveri o con un’ alta presenza di cattolici come ad esempio Cile, Perù o Est Europa, si trovano interessantissime dissertazioni filosofiche su testi antichi e/o arcani o “movimenti” che aiutano a capire meglio certe ideologie. All’interno della scena, poi, convivono e/o interagiscono posizioni diverse come Satanismo, Paganesimo, Nazionalsocialismo, superominismo etc etc. Insomma: pare che pochi siano i realmente eletti o che, comunque, ognuno la veda a modo suo ma, d’altra parte, la componente “individualista” è molto forte. Arcanum Inferi vengono da Catania/Francofonte e ci tengono in particolare a spiegare sia l’origine del loro nome (la conoscenza ostentata al volgo e “captata” dall’ Artifex/Mago che prende completa consapevolezza di se) che la storia concepita per il loro primo full leght Cd “Ars Hermetica”. Francamente è difficile riassumere il concept visto che ognuna delle nove canzoni è ovviamente parte integrante di esso; diciamo che si tratta di un viaggio che comincia da Ermete, messaggero degli Dei, ed è una discesa agli inferi ed una risalita prendendo coscienza del proprio sapere e imparando nuove cose per arrivare in alto a Lucifero. La musica degli Arcanum Inferi è quindi Black Metal che, purtroppo ,per fortuna direbbero certi ultra cultori, gode di una scarsissima produzione e di un suono veramente low fi che mi ha ricordato più certe cassette underground dei vecchi tempi che un moderno Cd. Al limite, e con le dovute proporzioni, mi sono tornati alla mente i primi due (capo)lavori dei Bathory di Quorthon ma li, almeno, il suono era di un certo tipo. Come se non bastasse i cambi di tempo, ma sopra a tutto la batteria, non sono sempre a ritmo/tempo. Dove invece gli Arcanum Inferi se la cavano bene è quando il loro ritmo forsennato, molto spesso vicino agli Immortal di “Blizzard Beasts” o agli Ancient di “Svartalvheim” cala di tono e diventa più cadenzato. La musica nel complesso è adatta a ciò che si propone di “raccontare” e alcune idee funzionano a dovere ma, come detto, la produzione non consente di apprezzare a pieno gli strumenti e, in generale, il Cd. I pezzi migliori del lotto a mio avviso sono “Furor Melancholicus”, se pure uno dei cambi è estremamente confuso, “Fructus” Interdictus” che alterna stacchi veloci e cadenze e “I.N.R.I” che, pur non aggiungendo niente di nuovo, è comunque, finalmente, ben eseguita. Da segnalare su “Tabula Smaragdina” la presenza della particolare e riconoscibilissima voce di Fearbringer (apprezzabili molte delle sue auto produzioni). Pur apprezzando la strada scelta da Baram (Vc) e soci non posso fare altro che consigliare questo Cd solo ai più “sotterranei” cultori del genere e cioè quelli a cui piace il suono così come esce senza troppi fronzoli ne tecnicismi di sorta ma credetemi, per colpire chi come me ha visto nascere e crescere il Black Metal ci vuole altro.