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DA SAVONA CON FURORE DA SAVONA CON FURORE Hot

DA SAVONA CON FURORE

recensioni

gruppo
titolo
Project IV
etichetta
Escape Music
Anno

Line Up:

Aldo Giuntini : chitarra

Tony Martin : voce

Fulvio Gaslini : basso

Fabiano Rizzi : batteria

Roberto Gualdi : batteria

Dario Patti : tastiere

Liz Vandall : voce

Tracklist:

1. Perfect Sorrow

2. Born In The Underworld

3. Shadow Of The Stone

4. Cured

5. I Don't Believe In Fortune

6. If The Dream Comes True

7. The Rise And Fall Of Barry Lyndon

8. Bring On The Night

9. Not The Jealous Kind

10. Saint Or Sinner

11. Last Station : Nightmare

12. How The Story Ends

13. The Truth Never Lies

opinioni autore

 
DA SAVONA CON FURORE 2013-05-26 16:59:16 Leonardo Bacchiocchi
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Leonardo Bacchiocchi    26 Mag, 2013
Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 2013
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Per chi non lo conoscesse, Aldo Giuntini è uno storico chitarrista heavy metal di Savona famoso per il suo progetto solista che coinvolge anche il cantante Tony Martin (ex Black Sabbath). Questo "Project IV" esce a più di 6 anni di distanza dal precedente "Project III" ed è caratterizzato da un ottimo lavoro di produzione ad opera di Dario Mollo (Crossbones, The Cage, Voodoo Hill). L'opener Perfect Sorrow è (come da tradizione) un pezzo veloce e tirato, da segnalare l'ottimo assolo. Born In The Underworld è sicuramente uno dei migliori brani del disco, molto heavy e vicino alle sonorità dei Dio (Non a caso, Giuntini è un grande adoratore di Vivian Campbell). Shadow Of The Stone invece rimane piuttosto anonima. Davvero trascinante il riff della successiva Cured che invoglia l'ascoltatore a fare headbang. Se I Don't Believe In Fortune non convince più di tanto, ci pensa la successiva If The Dream Comes True a soddisfare l'ascoltatore, davvero belli il refrain ed il riff principale. Le tracce strumentali sono sempre state la firma di Aldo Giuntini e The Rise And Fall Of Barry Lyndon è davvero magnifica nel suo contrasto tra l'intro di tastiere e la tiratissima parte strumentale. Bring On The Night vede la collaborazione dell'ottima cantante Liz Vandall, la cui voce si sposa benissimo con quella di Martin, ed è dotata di uno dei migliori assoli mai realizzati dal chitarrista savonese. Not The Jealous Kind non sorprende più di tanto, soprattutto se paragonata alla successiva e devastante Saint Or Sinner. Last Station : Nightmare è un altra traccia strumentale molto ben strutturata e molto ben suonata che, però, secondo chi scrive, non è tra le migliori del chitarrista (Memories In The Sand e Tutmosis IV di Project III la superano). La cover dei Megadeth How The Story Ends è davvero ben fatta (forse anche migliorata rispetto all'originale dalla voce di Martin) e si inserisce benissimo nel contesto dell'album. Chiude il disco l'apprezzabile The Truth Never Lies.
Per concludere, questo è un album cantato, suonato e prodotto molto bene (sostenuto anche da un gran lavoro di batteria e basso). Non posso non consigliarvelo.

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