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Nuova realtà Epic Metal Italiana: debutto per i Sangreal! Nuova realtà Epic Metal Italiana: debutto per i Sangreal! Hot

Nuova realtà Epic Metal Italiana: debutto per i Sangreal!

recensioni

gruppo
titolo
Sangreal
etichetta
Underground Symphony
Anno

1. Samarithan
2. The Prophet
3. Anime Prave
4. Ring of Shelomoh
5. Vision And Life
6. Martyr
7. I am That I am
8. The Quest Of The Holy Grail
9. Arise Today

opinioni autore

 
Nuova realtà Epic Metal Italiana: debutto per i Sangreal! 2019-07-26 08:49:30 ENZO PRENOTTO
voto 
 
3.5
Opinione inserita da ENZO PRENOTTO    26 Luglio, 2019
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L’epic metal spesso è stato associato alla storia, ai miti, alle leggende e l’Italia in questo genere non si è mai tirata indietro fin dagli anni 80’. Il progetto Sangreal nasce difatti grazie ad una compagine di musicisti nostrani di esperienza ed è capitanato da Gabriele Grilli che qualcuno se lo ricorderà sicuramente per essere stato la voce nel primo album dei Doomsword. Il debutto omonimo Sangreal esce nel maggio del 2019 grazie anche all’etichetta Underground Symphony Records. Il genere proposto è appunto un epic metal puro e semplice senza particolari contaminazioni se non qualche accenno al power americano, al folk ed al symphonic.

Partendo da una produzione grezza, sporca per certi versi il sestetto procede in maniera massiccia e rocciosa verso liriche pregne di antichità, esoterismo, miti e religione. Il disco va chiarito che non guarda alla modernità o alle iper produzioni cristalline ma va al succo, alle radici, al sangue. “Samarithan” apre l’album con un metallo primordiale puro e crudo pregno di melodie battagliere ed un’atmosfera epica, anche simil sinfonica a volte. Il timbro vocale è grezzo e combattivo ma comunque solenne non calando mai di intensità. “The Prophet” presenta uno schema compositivo similare mentre “Anime Prave” ha un’anima più drammatica (con qualche accenno folk) e cupa condita da un assolo molto evocativo però manca un pochino di mordente come se mancasse quel qualcosa che la renderebbe più intensa. “Ring of Shelomoh” e “In the Quest of the Holy Grail” puntano sul classico quindi quel mix di melodie coinvolgenti, doom metal atmosferico e tanto pathos sebbene non sempre la base strumentale sia così dinamica come ci si aspetterebbe. “I am That I Am” flirta con delle strutture arabeggianti ben intrecciate a degli assolo sempre ispirati e celestiali (uno dei fiori all’occhiello dell’intero album) mentre “Vision and Life” punta sul lato più quadrato ed immediato dove l’impatto melodico è molto più diretto. La sezione dedicata alle ballad non poteva mancare e difatti ecco arrivare “Martyr” e la finale “Arise Today” dall’animo malinconico ma dalla forte intensità emotiva.

Per essere un debutto bisogna dire che questo album sbaraglia moltissime bands più quotate. Ha sicuramente dei pregi ma anche dei difetti ma è forse la sua imperfezione a renderlo intrigante. Sia chiaro che necessita tempo ed attenzione dati i numerosi particolari nascosti nelle canzoni.

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