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Un Death/Thrash della vecchia scuola con un buon gusto melodico nel debutto dei Leper Colony Un Death/Thrash della vecchia scuola con un buon gusto melodico nel debutto dei Leper Colony Hot

Un Death/Thrash della vecchia scuola con un buon gusto melodico nel debutto dei Leper Colony

recensioni

titolo
Leper Colony
etichetta
Transcending Obscurity Records
Anno

PROVENIENZA: Svezia/Germania 

GENERE: Death/Thrash Metal 

FFO: Massacre, primi Pestilence, Slayer, Morgoth, Death 

LINE UP: 
Marc Grewe - voce 
Rogga Johansson - chitarre, basso 
Jon Skäre - batteria 

TRACKLIST: 
1. The Human Paradox [04:22] =ASCOLTA= 
2. Perdition's End [03:19] 
3. The Surgical Undeadvors [03:43] =ASCOLTA= 
4. Tar and Feathers [03:15] 
5. Rapture Addict [04:40] =ASCOLTA= 
6. Leper Colony [04:35] 
7. A Flow So Greatly Macabre [03:20] =ASCOLTA= 
8. Flesh Crawl Demise [03:24] =ASCOLTA= 
9. Gruesome End [02:55] 

Running time: 33:33 

opinioni autore

 
Un Death/Thrash della vecchia scuola con un buon gusto melodico nel debutto dei Leper Colony 2023-01-13 17:50:35 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    13 Gennaio, 2023
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Tocca a una band nuova di zecca aprire il 2023 di Transcending Obscurity Records: i Leper Colony, band che si divide tra Svezia e Germania che rilascia il suo debut album omonimo oggi per la label indiana. Non ci troviamo di fronte a novellini però, visto che in formazione troviamo l'ex-Morgoth Marc Grewe alla voce, lo stakanovista del Death Metal Rogga Johansson a chitarra e basso e Jon Skäre dei Consumption alla batteria. Massacre, primi Pestilence, gli stessi Morgoth... queste sono le coordinate stilistiche su cui si muovono i Nostri, ossia un Death/Thrash suonato con un'attitudine decisamente old school, ma con Johansson che porta in dote dai suoi progetti - soprattutto i Paganizer - un buon gusto per le melodie. Ci si trova per le mani, insomma, un disco che vive soprattutto su di un'incessante cascata di riff - dal forte sapore slayeriano - ed in cui il trio riesce ad inserire anche diversi "sconfinamenti" che non nuocciono però all'economia generale di un disco che si lascia ascoltare piacevolmente: si prendano ad esempio "Perdition's End" - il brano in cui è più forte l'influenza degli Slayer -, la pesantezza Death/Doom dell'autocelebrativa title-track o ancora l'arrembaggio a colpi di Hardcore di "Tar and Feathers". Ma su ognuno dei brani che compongono questo debutto targato Leper Colony troviamo decisa la mano di mr. Johansson, che con le sue melodie riesce a dare un più ampio respiro alle composizioni, cosa che a nostro avviso sposta verso l'alto l'asticella nel giudizio finale. Sia chiaro, non aspettatevi chissà quale capolavoro eh?, ma va dato atto alla premiata ditta Grewe-Johansson-Skäre di averci regalato una mezz'ora di sano headbanging.

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