Dopo un demo su cassetta uscito su Frozen Screams Imprint (e andato sold out), arrivano alla pubblicazione del primo full-length tramite Bitter Loss Records gli australiani Hormagaunt; il quartetto di Melbourne in questo "In the Flesh" mette in mostra tutte le proprie capacità: i Nostri infatti riescono a fondere nelle proprie sonorità tanto una certa compattezza e durezza musicale (Morbid Angel, Cannibal Corpse, Adramelech, Deicide), quanto un tasso tecnico per nulla da sottovalutare (Demilich, Death, Blood Incantation...). Giusto il tempo di "riscaldare i motori" con un'intro strumentale, che "Tomb Kings" mette subito in chiaro che ci si trova di fronte ad un lavoro dalle molte sfaccettature ed in cui sotto la superficie si trova molto più di quanto ci si aspetterebbe. Tra il vortice chitarristico di Jeremy ed Angus e la mostruosa prestazione dietro le pelli di Crispin (ottimamente coadiuvato dal basso del cantante Tim), gli Hormagaunt tirano su un lotto di brani estremamente interessanti in cui violenza, groove e tecnica procedono di pari passo, in un continuo maelstrom in cui passaggi spacca collo s'intersecano con momenti psicotici sul piano tecnico; la parte centrale di "De-Faced" può essere un esempio, ma a dirla tutta sono le due lunghe tracce finali "Carcass Enslaver" e "Chained to the Grave" ad essere la perfetta fotografia del buonissimo operato dell'act australiano, i pezzi in cui, vuoi anche per il maggior tempo a disposizione, gli Hormagaunt letteralmente si scatenano, senza alcun timore reverenziale verso i grandi nomi che influenzano le loro sonorità. "In the Flesh" è la prima grande sorpresa del 2023: un debut album che mette in mostra una band che appare sin da subito già decisamente matura, capace di un songwriting ispirato quanto accorto nel saper ben miscelare i propri ingredienti. Da tenere d'occhio!