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Sword: la dura legge della spada Sword: la dura legge della spada Hot

Sword: la dura legge della spada

recensioni

gruppo
titolo
III
etichetta
Massacre Records
Anno

TRACKLIST:
1. Bad Blood
2. (I Am) In Kommand =VIDEO=
3. Dirty Pig =VIDEO=
4. Surfacing
5. Unleashing Hell
6. Spread the Pain
7. Took My Chances
8. Not Me No Way

LINE UP:
Mike Larock - Basso
Dan Hughes - Batteria
Mike Plant - Chitarre
Rick Hughes - Voce

opinioni autore

 
Sword: la dura legge della spada 2023-02-04 16:12:01 MASSIMO GIANGREGORIO
voto 
 
4.0
Opinione inserita da MASSIMO GIANGREGORIO    04 Febbraio, 2023
Ultimo aggiornamento: 04 Febbraio, 2023
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Se vi nominassi il Canada, a voi cosa verrebbe in mente? Gli Anvil di Lips? Gli Exciter di Dan Behler? Gli Annihilator di Jeff Waters? Ok, giusto! Io ci metterei anche i Danko Jones che, anche se non propriamente Heavy Metal, sono i figliocci incazzati degli AC/DC. E gli Sword? Non li avete mai sentiti nemmeno nominare? No? Eppure gli adepti della spada sono in circolazione dal lontanissimo 1980! E' stato allora che, in quel di San Bruno (nel Quebec) si è generato questo losco quartetto di metallari duri e puri. Un quartetto che, però, è avvezzo alle pause di riflessione moooolto lunghe: basti pensare che il loro album di debutto (l'ottimo "Metalized") è uscito dopo ben sei anni dalla loro formazione; ha fatto seguito il full-length "Sweet Dreams" (dal quale fu estrapolato il singolo "The Trouble Is") due anni più tardi e poi il lungo oblio protrattosi fino al 2006, allorquando è stato dato alle stampo nientedimeno che un "Best of.." (ma come, dopo appena due album?). Poi ancora un lungo silenzio, rotto dieci anni dopo (2016) da un album dal vivo al mitico Hammersmith. Altri quattro anni di assenza e poi due singoli - sfornati tra il 2020 ed il 2022 - ossia "(I am) In Kommand" e "Dirty Pig", che poi ritroviamo tra i pezzi di questo LP della (si spera) definitiva rinascita. Per fortuna, tutto questo tempo non è trascorso invano perché i nostri quattro ragazzacci si mostrano subito in grande spolvero, continuando a proporci il medesimo metallo canonico, scevro da qualsivoglia contaminazione o ibridazione di sorta: in questo full-length c'è solo ed esclusivamente metallo pesante con tutti gli ingredienti classici della ricetta (semplice ma sempre vincente da decenni) del nostro genere beneamato: riffs ben concepiti, con chitarrone sugli scudi, assoli strappamutande (ma mai stucchevoli, dotati di tecnica ma senza che indulgano sul virtuosismo fine a sé stesso), ugola ben robusta e sezione ritmica da terremoto e precisa come un implacabile metronomo. L'album è un po' cortino, solo 34 minuti, ma vi posso garantire che è devastante! Tutti i sette pezzi ("Surfacing" è uno strumentale da un minuto e mezzo) meritano, anche se - a me personalmente - è piaciuta più di tutti la conclusiva "Not Me No Way", degno finale di questa autentica perla di metallo tostissimo che ci ha restituito una band che sembrava ormai persa per sempre e che, invece, ha dimostrato di essere "alive and kicking". Speriamo solo di non dover riparlare di loro tra molti anni.

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