A+ A A-
 

Dagli Insomnium un nuovo album più rabbioso e duro rispetto al recente passato Dagli Insomnium un nuovo album più rabbioso e duro rispetto al recente passato Hot

Dagli Insomnium un nuovo album più rabbioso e duro rispetto al recente passato

recensioni

gruppo
titolo
Anno 1696
etichetta
Century Media Records
Anno

PROVENIENZA: Finlandia 

GENERE: Melodic Death Metal 

LINE UP: 
Niilo Sevänen - voce, basso 
Markus Vanhala - chitarre 
Ville Friman - chitarre, voci pulite 
Jani Liimatainen - chitarre, voci pulite 
Markus Hirvonen - batteria 

TRACKLIST: 
1. 1696 [06:18] 
2. White Christ (feat. Sakis Tolis) [06:03] =VIDEO= 
3. Godforsaken (feat. Johanna Kurkela) [08:35] =VIDEO= 
4. Lilian [04:29] =VIDEO= 
5. Starless Paths [07:48] 
6. The Witch Hunter [05:43] =VIDEO= 
7. The Unrest [03:52] 
8. The Rapids [07:38] 

Running time: 50:26 

opinioni autore

 
Dagli Insomnium un nuovo album più rabbioso e duro rispetto al recente passato 2023-02-24 16:08:30 Daniele Ogre
voto 
 
5.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    24 Febbraio, 2023
Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 2023
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Un paio d'anni fa trovammo gli Insomnium alle prese con l'EP "Argent Moon", breve lavoro in cui la Melodic Death band finlandese metteva in mostra il proprio lato più malinconico con una serie di simil-ballad - potremmo benissimo definirle così -; all'alba dell'uscita del suddetto EP, Niilo Sevänen affermò che gli Insomnium avevano pubblicato apposta un siffatto lavoro, promettendo che il successivo album sarebbe stato di certo molto più aggressivo. Passati due anni, ecco infatti gli Insomnium tornare con "Anno 1696", nono album nella carriera dell'act finnico come sempre licenziato da Century Media Records che ha il gravoso compito di essere il successore di un capolavoro come "Heart Like a Grave"... e sì, è un disco rabbioso ed aggressivo come non si sentiva da tempo da parte di Niilo e soci, complice probabilmente il concept alla base di questa nuova fatica dei Nostri. Come "Winter's gate", infatti, "Anno 1696" è un concept album basato su un racconto breve scritto proprio da Niilo Sevänen, ispirato ai processi alle streghe in Torsåker, la Salem svedese: in quella cittadina, nel 1675, settantuno persone vennero processate, decapitate e date alle fiamme. In un solo giorno. Un racconto in cui la fantasia incontra la realtà degli orrori del fanatismo religioso, da qui le atmosfere più cupe che pervadono "Anno 1696" e, come detto, un approccio più duro. Basta solo l'attacco dell'opener "1696" per rendersi conto che gli Insomnium sembrano essere tornati alle loro origini, con un lavoro sì altamente melodico, ma in cui non mancano di certo velleità più violente - e l'attacco di "1696" quasi sfora nei lidi del Blackened Death -. Seguendo la narrazione del racconto breve, "Anno 1696" risulta essere un album in cui gli Insomnium "mostrano i muscoli", riportando dopo diverso tempo in auge il lato più aggressivo del loro Melodic Death dai toni tragici. Toni tragici che però, per via del concept alla base, sono stavolta ammantati di una rabbia sorda che esplode di pezzo in pezzo, in vortice in cui la luce e la speranza sembrano mancare man mano che la tracklist scorre. Si passa così ai toni occulto-sacrali di "White Christ" - e questo grazie anche ad un ospite d'eccezione com Sakis Tolis dei Rotting Christ -, o alla furiosa disperazione di "Godsforsaken": la consapevolezza che non c'è alcun dio a cui appellarsi in un pezzo bellissimo impreziosito dall'eterea voce della cantautrice finlandese Johanna Kurkela e dal primo uso di voci pulite dell'album. L'unico accenno ad un soffio di speranza e ad un barlume di pietà lo si ha con la spettacolare "Lilian", pezzo che parla di una delle vittime del racconto (e brano stilisticamente più vicino agli ultimi 3-4 lavori dei Nostri), mentre un'aria cupa riscende di nuovo con la seguente "Starless Paths", manco a dirlo canzone in cui si possono trovare rimandi alle malinconiche atmosfere dei Sentenced. Se con "Lilian" si accendeva un leggero bagliore, questo viene definitivamente spento con l'antagonista "The Witch Hunter", prima che la fine si avvicini (letteralmente!) con la sognante "The Unrest" fino alla caduta finale di "The Rapids" ("May Lord in his mercy forgive my deeds / May Lord in his mercy absolve / The roar engulfs us / Death's embrace / I redeem this soul of mine / We fall / We lunge / Still fall / To abyss"). Cambiando per certi versi le carte in tavola, gli Insomnium riescono di nuovo a lanciare un album grandioso, sfoderando in questo caso una prestazione poderosa che richiama non poco i primi lavori. Tant'è che un growl così profondo da parte di Niilo non lo si sentiva dal pre-"Shadows of the Dying Sun", senza contare l'uso delle voci pulite ristretto al minimo sindacale. E la conferma - come se ce ne fosse ancora bisogno poi - che sono tra le maggiori potenze in campo Melodic Death oggi al mondo (altro che l'arcinota band svedese con voce femminile).

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Per poter scrivere un commento ti devi autenticare o registrare
 
Powered by JReviews

releases

Corrosion of Hearts degli Austere: Cosa hanno da dire dopo 13 anni?
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Intöxicated, sotto il segno di Lemmy
Valutazione Autore
 
2.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Per gli Olkoth un debut album nella tradizione dello US Death Metal
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Un'altra ottima prestazione per i Phlebotomized in questo loro quarto album
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Un EP di tre brani e solo un inedito per gli storici e stoici Speed Limit
Valutazione Autore
 
3.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Undici tracce di Heavy Metal tradizionale ricco di energia per gli austriaci Roadwolf
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Autoproduzioni

Tardigrade Inferno, un EP ed un gruppo semplicemente pazzeschi!
Valutazione Autore
 
5.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Premortal Breath, a cavallo tra modernità e tradizione
Valutazione Autore
 
3.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Slave Keeper, una nuova interessante band dalla Polonia
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Primo live per i Nergard, forse troppo breve
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Bourbon, sigarette e Death n' Blues: diverte il debut album dei The Graveyard Ensemble
Valutazione Autore
 
3.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Consigli Per Gli Acquisti

  1. TOOL
  2. Dalle Recensioni
  3. Cuffie
  4. Libri
  5. Amazon Music Unlimited

allaroundmetal all rights reserved. - grafica e design by Andrea Dolzan

Login

Sign In

User Registration
or Annulla