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Unknown c'è ancora molta strada da fare Unknown c'è ancora molta strada da fare Hot

Unknown c'è ancora molta strada da fare

recensioni

gruppo
titolo
“Vanishing point”
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Autoproduzione
Anno

TRACKLIST:
1. Prelude
2. The bastard king
3. Vanishing point
4. Mission no. 84
5. Fury =VIDEO=
6. The prophet’s hair
7. Where men find glory
8. Road of light

LINE UP:
Aamir Syed – Chitarre, Basso
Bob Beyer – Chitarre
Matt Fisher – Voce
Jordan Rippe – Batteria

opinioni autore

 
Unknown c'è ancora molta strada da fare 2023-03-14 19:03:03 Ninni Cangiano
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    14 Marzo, 2023
Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 2023
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Tra i tanti gruppi al mondo che hanno scelto il nome di Unknown, oggi parleremo del gruppo del Connecticut negli Stati Uniti che, a dicembre 2022 (ma il disco ci è pervenuto con abbondante ritardo), ha debuttato con questo album intitolato “Vanishing point”. Il full-length è dotato di artwork che non è il massimo della vita, è composto da otto tracce (tra cui l’immancabile inutilissima intro) per una durata totale di circa 33 minuti, con una registrazione non proprio eccelsa, anche se penso che l’old style possa anche essere voluto appositamente per apparire “vintage”… di certo, soprattutto basso e batteria ne escono estremamente penalizzati. Il sound della band americana è un Heavy a cavallo tra l’old school e le derivazioni più moderne, anche se queste ultime alla fine dei conti si limitano a delle harsh vocals che non fanno altro che disturbare l’ascolto. La prestazione del cantante Matt Fisher non brilla né per espressività e nemmeno per incisività, finendo per essere quella via di mezzo che rischia di scontentare un po’ tutti. Quando poi il gruppo cerca di “allungare il brodo” con un eccessivo minutaggio (come in “The prophet’s hair”), si finisce per annoiare molto presto con un songwriting che non convince pienamente. C’è qualcosa da salvare insomma in questo disco? Ho trovato sinceramente molto poco, nonostante mi sia costretto a numerosi ascolti: le due chitarre sono le protagoniste indiscusse e qualche piacevole parte solista ce la fanno sentire; c’è poi l’energia di qualche brano come la veloce “The bastard king” (rovinata dalle vocals estreme che compaiono a tratti) o le toste “Mission no. 84” e “Where men find glory”. Purtroppo ciò non basta per consentire agli Unknown di strappare consensi, dato che questo “Vanishing point” ha troppi punti deboli su cui non si può soprassedere. Per il futuro servirà investire per una migliore registrazione, decidere definitivamente che percorso intraprendere (realizzando quindi un lavoro più compatto) e magari anche con un vocalist di maggior talento.

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