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Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal: Power/Epic autoctono Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal: Power/Epic autoctono Hot

Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal: Power/Epic autoctono

recensioni

titolo
Until The End
etichetta
Underground Symphony
Anno

TRACKLIST:
1. Black Lion
2. Starblazer =VIDEO=
3. Inside Me
4. Still Dreaming
5. Stone River
6. Doomraiser
7. Eagle of the Night
8. Fallen Hero
9. Seal of Fire
10. Until the End

LINE UP:
Carlo Venuti - Chitarre, cori
Claudio "The Reaper" - Basso, Voce
Luca Komavli - Batteria
Davide Olivieri - Chitarre, cori

opinioni autore

 
Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal: Power/Epic autoctono 2023-05-20 10:34:59 MASSIMO GIANGREGORIO
voto 
 
4.0
Opinione inserita da MASSIMO GIANGREGORIO    20 Mag, 2023
Ultimo aggiornamento: 20 Mag, 2023
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Confesso di non aver mai saputo che in quel di Gradisca d'Isonzo/Gorizia, nel Friuli-Venezia Giulia, esistesse una band dal nome lungo come la sua militanza sulla scena metal nostrana; eh sì, perché questo quartetto tutto Hard’n’Heavy, i Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal, calca le metalliche lande italiche da ben 23 anni! Formatisi nel 2000, solo nel 2005 riescono a dare alla luce il loro primo demo, intitolato “Sacro Ordine”; poi, dieci lunghi anni di silenzio rotti da un album dal vivo che ha fatto da preludio a “Heavy Metal Thunderpicking”, il loro agognato primo full-length datato 2018; passano altri cinque anni e finalmente in nostri quattro ragazzotti sfornano questo “Until the End” che, effettivamente, sciorina un bel po’ di idee degne di attenzione. Il nome del gruppo rievoca tematiche tanto care all’Epic Metal e, in realtà, questo album si apre con una efficacissima “Black Lion” che ha un piglio furente, quasi fosse un assalto sonoro diretto ed immediato, giusto per mettere in chiaro le intenzioni dei Cavalieri con quel tocco epico che caratterizza il sound da loro proposto. I nostri epigoni del cavaliere della Tavola Rotonda noto per essere riuscito a recuperare il Santo Graal, continuano a prenderci d’assalto con “Starblazer”, che sfoggia un riff azzeccatissimo ricalcante gli stilemi del Power/Epic più genuino. Analogamente dicasi per la successiva “Inside Me”, in cui la banda rincara la (già massiccia) dose di potenza. “Still Dreaming” è un autentico pezzo-bulldozer, seguito dall'immancabile ballad, “Stone River”, che ci consente di rifiatare giusto il tempo di prepararci psicologicamente all’ennesimo agguato tesoci con “Doomraiser”, con un arpeggio centrale come se ne sentono pochi, che sfocia nell’ennesimo assolo tecnicamente ineccepibile (come, peraltro, tutti gli assoli che infarciscono questo album in maniera davvero pregevole). “Eagle of the Night” si presenta un po’ più orecchiabile rispetto agli altri brani, ma pur sempre dannatamente tosta, mentre “Fallen Hero” costituisce il secondo rallentamento rispetto al resto delle tracce, sempre in modo suggestivo e coinvolgente, lasciando poi il posto all’ennesimo riff tritacarne di “Seal Of Fire”. Si chiude in bellezza con la title-track, anch’essa variegata con il suo mid-tempo e l’innesto pianistico che sugella un lavoro godibilissimo ed oltremodo apprezzabile. Se devo fare un appunto alla band, ancora una volta – come avviene per gran parte dei gruppi nostri compatrioti – è nella pronuncia inglese, non proprio eccelsa, che per poco non finisce con lo svilire le indubbie qualità canore di “The Reaper”: si può e si deve far di più e meglio da questo punto di vista; è davvero un peccato rovinare una release di ottimo livello generale con un piccolo/grande difetto del genere…

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