Tracklist:
1) Welcome (intro)
2) Life will find a way
3) Follow me
4) Save us
5) Stranger tides
6) Somewhere in time
7) Freedom
8) No fate
9) Temple of the crystal skulls
10) Welcome to the theater
Tracklist:
1) Welcome (intro)
2) Life will find a way
3) Follow me
4) Save us
5) Stranger tides
6) Somewhere in time
7) Freedom
8) No fate
9) Temple of the crystal skulls
10) Welcome to the theater
A nemmeno un anno di distanza dal discreto “1912”, tornano con un nuovo album, intitolato “Welcome to the theater”, gli estremisti del power metal svedese Reinxeed, band capitanata dal talentuoso e corpulento chitarrista Tommy Johansson che, ahinoi, continua anche a rivestire il ruolo di singer della band. La voce del biondo musicista, che ora si fa chiamare con lo pseudonimo di Tommy Reinxeed (per la serie: che fantasia!), infatti, è un falsetto esageratamente acuto, finanche stridulo, decisamente fastidioso che rovina incredibilmente quanto di buono realizzato a livello musicale. E’ chiaro che, per apprezzare i Reinxeed musicalmente parlando, dovete amare un certo tipo di extreme-power lanciato a folli velocità, sulla scia di quanto realizzato dai maestri Dragonforce; in caso contrario, sarà estremamente facile detestare questa band. E dire che, rispetto al passato, il buon Tommy (autore di tutte le musiche) ha saputo evolversi leggermente, non limitandosi alla solita ricetta trita e ritrita di “doppia-cassa a manetta ed assoli al fulmicotone”, ma immettendo anche qualche passaggio insolito per la sua band, qualcosa di symphonic power, che sa di più meditato e ragionato e che dona al sound un flavour più maestoso. Ci sono persino dei duetti con una voce femminile (quanto sarebbe meglio se cantasse solo lei!) su cui purtroppo non mi sono state fornite informazioni, che danno un tocco d’eleganza al sound. Brani come “Save us”, ad esempio, o anche “Somewhere in time” (nulla a che vedere con il capolavoro degli Iron Maiden!) e la title-track “Welcome to the theater”, possono indicare la volontà di esplorare nuovi sentieri, senza dover per forza ripetersi all’infinito fino allo sfinimento, il che non può che giovare in futuro ai Reinxeed. Di certo rimane una ricerca esagerata per la melodia e l’orecchiabilità che, alla lunga, rischia di stancare anche un santo, soprattutto quando non si ha un singer degno di tal nome nella band, in grado di cantare decentemente e di modulare la sua voce dandole tono e colore, oltre che profondità. Purtroppo il buon Tommy è il leader, il “padre-padrone” e sarà difficile fargli capire che essere un grande chitarrista non comporta automaticamente saper essere un buon cantante! Io mi auguro che possa riuscirci e che finalmente recluti un singer capace, perché questa band ha delle ottime potenzialità e capacità che potrebbero essere sublimate da una voce differente. Come avrete capito: disco adatto solo ai fans della band e del genere particolare.