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Con "Ruins" la costante di un album riuscito da parte dei Burial Hordes Con "Ruins" la costante di un album riuscito da parte dei Burial Hordes Hot

Con "Ruins" la costante di un album riuscito da parte dei Burial Hordes

recensioni

titolo
Ruins
etichetta
Transcending Obscurity Records
Anno

PROVENIENZA: Grecia 

GENERE: Black/Death Metal 

FFO: Dead Congregation, Suffering Hour, Deathspell Omega, Bølzer, Anticreation 

LINE UP: 
D.T. - voce 
T.K. - chitarre, basso 
D.D. - chitarre, basso 
Eugene Ryabchenko - batteria (session) 

TRACKLIST: 
1. In the Midst of a Vast Solitude [04:58] =ASCOLTA= 
2. Insubstantial [04:47] =ASCOLTA= 
3. Perish [05:07] 
4. A Wandering Stream of Wind [05:54] =ASCOLTA= 
5. Infinite Sea of Nothingness [05:25] =ASCOLTA= 
6. Isotropic Eradication [04:51] 
7. Purgation [04:24] =ASCOLTA= 
8. ...to the Threshold of Silence [05:44] 

Running time: 41:06 

opinioni autore

 
Con "Ruins" la costante di un album riuscito da parte dei Burial Hordes 2023-06-12 18:24:11 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    12 Giugno, 2023
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Può cambiare l'etichetta, ma non cambia l'alto livello qualitativo se si parla dei Burial Hordes; la band ellenica si prende i suoi tempi, ma quando i Nostri tornano a picchiare sugli strumenti dimostrano come siano costantemente in uno stato di grazia per quanto riguarda il lato compositivo. Certo, gioca un importante ruolo la lunga esperienza dei musicisti coinvolti (il cantante D.T. è ex-Ravencult, i chitarristi/bassisti T.K. e D.D. suonano rispettivamente in Dead Congregation ed Anticreation) ed è innegabile come le band madri in un certo qual modo influenzino le sonorità dei Burial Hordes, ma è altrettanto innegabile che il processo di crescita dell'act ateniese cominciato sin dal bestiale debut album "War, Revenge and Total Annihilation" non si sia mai arrestato, arrivando oggi al proprio culmine con l'ottimo "Ruins", edito lo scorso fine settimana da Transcending Obscurity Records. Precettato un mostro come session dietro le pelli - Eugene Ryabchenko dei Fleshgod Apocalypse - i Burial Hordes ci regalano 40 minuti di Black/Death che mischia alla perfezione brutalità ed atmosfere epiche ("Perish" ne è l'esempio più lampante a nostro avviso), accendendo il tritacarne già dalle prime note dell'opening track "In the Midst of a Vast Solitude", muovendosi soprattutto tra blast beat ed up-tempo come una bestia famelica pronta ad azzannarvi alla giugulare. Ovviamente non stupisce l'ottimo lavoro alla batteria di Ryabchenko, ma soprattutto degno di nota in "Ruins" è il comparto chitarristico, con T.K. e D.D. 'giocano di fino' tra riff tritaossa - tra i quali alcuni che sono tra i migliori nella carriera della band greca, vedasi la già citata "Perish" o "Infinite Sea of Nothingness" - ed arpeggi di pura malvagità. La vena dissonante dei pezzi è quel tocco in più che aiuta nella buona riuscita di quest'album che possiamo definire senza tema di smentita sia il migliore dei Burial Hordes ad oggi. Nel segno della costanza, i Nostri piazzano l'ennesimo colpo ben riuscito.

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