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Un debutto immenso per gli Henget con "Beyond North Star" Un debutto immenso per gli Henget con "Beyond North Star" Hot

Un debutto immenso per gli Henget con "Beyond North Star"

recensioni

gruppo
titolo
Beyond North Star
etichetta
Season Of Mist
Anno

TRACKLIST:
1. Dive
2. I am Them =VIDEO=
3. Henkivallat =VIDEO=
4. The Great Spiral
5. Beyond North Star =VIDEO=
6. Lovi
7. Nouse
8. The Chalice of Life and Death

LINE UP:
King Aleijster de Satan – Voce
Jesse J. Heikkinen – Chitarre, tastiere addizionali
Lasse J. Launimaa – Tastiere
Ville J. Rissanen – Batteria

opinioni autore

 
Un debutto immenso per gli Henget con "Beyond North Star" 2023-06-30 16:00:10 Herah of Ice
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Herah of Ice    30 Giugno, 2023
Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 2023
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La grande stella del nord… ah, quanto venerata è stata nel corso dei secoli! Gli indiani la chiamavano Dhruva, noi la chiamiamo Stella Polare, ma il suo significato è sempre lo stesso ovvero fungere da faro nelle rotte terrene e devo dire che con "Beyond North Star", gli Henget illuminano il cielo notturno del Black Metal costellato sempre più spesso da uscite poco originali. Potremmo dire che quest’album appartenga a due mondi distinti che non smettono mai di incontrarsi durante tutte le otto tracce: da un lato abbiamo la sperimentazione tipica dell’Avant-Garde e dall’altra la produzione e la cattiveria appartenente al Black Metal vecchia scuola dei primissimi anni 2000, riuscendo ad incontrare i palati di tutti gli appassionati. I brani seguono più o meno tutti lo stesso modus operandi, offrendo una base di riffing e vocals Black Metal interrotta e/o accompagnata da influenze esterne al Metal in sé. Cercherò qui di citare gli esempi più interessanti a livello sperimentale, cercando di non elencarli tutti lasciandovi il piacere di scoprirli da voi; il terzo brano "Henkivallat", completamente in finlandese, si chiude con una sonora risata maligna e un synth che richiama il pianoforte. Si passa al quarto brano "Great Spiral", uno dei più belli a mio parere, che presenta una contrapposizione tra Black ed Epic Metal molto alla Bathory di "Blood Fire Death", una parte a metà brano eseguito con chitarra pulita quasi Blues e un finale molto particolare con la musica che sovrasta le vocals. Come non citare poi la title-track, la quale è l’apoteosi di tutto ciò che viene proposto nell’album: estremamente sperimentale ma al contempo dannatamente old school. Anche qui possiamo ascoltare una venatura Epic/Power Metal e l’assolo di chitarra composto da due parti distinte di cui la prima con le vocals in sottofondo che vanno a creare un’atmosfera lugubre. La stereofonia è curata a livelli maniacali, tanto che da sola riesce a creare dei frangenti indimenticabili in un brano come "Nouse", pezzo in finlandese completamente diverso dal resto del disco con atmosfere tra il Doom, il Jazz e il Blues e vocals in sottofondo anche qui atte a creare un’atmosfera più cupa. Il brano finale "The Calice of Life and Death" riprende idee e atmosfere della title-track e di "Great Spiral", terminando nel modo più epico possibile. Un piccolo accenno alle vocals che si mantengono su livelli molto alti per tutta la durata del disco, riprendendo il Mid Scream, o Mid Growl a seconda delle scuole di pensiero, tipico di band come i Behemoth, riuscendo ad adattarlo perfettamente ad ogni contesto. Gli Henget con questo debutto, presentano uno dei prodotti più originali e riusciti degli ultimi anni, riuscendo nell’arduo compito di far convivere pacificamente vecchia e nuova scuola in un connubio di qualità musicale elevatissima. Senza dubbio l’esperienza dei membri ha aiutato notevolmente nell’affrontare questo particolare lavoro, ma senza quel pizzico di coraggio e originalità, probabilmente non ci troveremmo di fronte a un lavoro eccelso come questo, ma semplicemente ad un buon disco. Se questo è solo l’inizio, tenete d’occhio gli Henget perché potrebbero davvero riservarci dei capolavori di rara bellezza.

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