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Gladenfold: il più difficile ma entusiasmante lavoro dei finnici Gladenfold: il più difficile ma entusiasmante lavoro dei finnici Hot

Gladenfold: il più difficile ma entusiasmante lavoro dei finnici

recensioni

titolo
Nemesis
etichetta
Reaper Entertainment
Anno

TRACKLIST:
1. Carnival of the Hunter
2. Chiara's Blessing =VIDEO UFFICIALE=
3. Stone of Storms =VIDEO UFFICIALE=
4. Nemesis =LYRIC VIDEO=
5. Saraste
6. Solitude's Bane
7. Revelations
8. Tapestry of Creation
9. Broken
10. Gloria Eternal
11. Where Mountains Mourn

LINE UP:
Paavali Pouttu - tastiere
Lauri Itälä - batteria
Esko Itälä - voce
Toke Gerdts - chitarre
Ville Vesa - basso
Matias Knuuttila - chitarre

opinioni autore

 
Gladenfold: il più difficile ma entusiasmante lavoro dei finnici 2023-09-27 17:00:24 Gianni Izzo
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Gianni Izzo    27 Settembre, 2023
Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 2023
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ripeschiamo dal 2022 il terzo album dei finlandesi Gladenfold, intitolato “Nemesis”. La band già mi fece un buon effetto con il secondo album “When Gods Descend”, ma devo dire che nel frattempo ha saputo alzare l’asticella. “Nemesis” si presenta con la ricetta già preparata nei lavori precedenti tra Power, Symphonic ed Extreme Metal. Ma i Gladenfold riescono a cambiare di nuovo prospettiva, teatralizzando i brani, l’eclettico vocalist Esko Itälä ci regala un’interpretazione davvero ispirata, per un album che si destreggia tra i consueti cori, oggi ancor più solenni ed epici, che lo accompagnano o gli fanno da contraltare in un continuo sali scendi di emozioni, che nei momenti più tirati potrebbero anche ricordare i Cradle Of Filth, con un approccio più fantasy e meno orrorifico, ma le orchestrazioni, gli arpeggi pianistici, poggiano sempre un piede in quel filone, per poi rasserenarsi tra galoppate Heavy/Power, sussurri, toni caldi, ed un pizzico di Folk nei brani più d’atmosfera. “Nemesis” è sicuramente l’album meno diretto dei Gladenfold, proprio per la gran quantità di lavoro di arrangiamento che c’è stato dietro e perché la maggior parte dei brani non segue un filone di semplice strofa e ritornello, ma stupisce con luci e oscurità, con malinconia o trionfalismi in una bella colonna sonora metallica. Ottimo lavoro quindi, da sentire più volte per entrarci in sintonia, ma che può far felici gli amanti del Symphonic Metal in tutte le sue declinazioni. Unico pezzo un po’ sottotono rimane “Solitude’s Bane”, proprio per la sua eccessiva linearità e pulizia patinata che si accosta prepotentemente dalle parti del Power più freddo e lineare dei conterranei Stratovarius, ma che nell’insieme non ci sta un granché bene.

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