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The Inner Me, un disco su Houdini The Inner Me, un disco su Houdini Hot

The Inner Me, un disco su Houdini

recensioni

titolo
"Rosabelle believe"
etichetta
Autoproduzione
Anno

TRACKLIST:
1. Immigration
2. I am magic =VIDEO UFFICIALE=
3. Far away from light
4. Dime show
5. Metamorphosis
6. Vaudeville
7. Milkcan escape
8. How I conquered the East
9. Margie box
10. Deathpunch
11. Rosabelle believe
12. Epilogue (Rosie, sweet Rosabel)

LINE UP:
David Stawa - Voce
Reinhard "Kotza" Müller - Chitarre, programmazione batteria
Daniel Tallamassl - Basso

opinioni autore

 
The Inner Me, un disco su Houdini 2024-05-03 12:32:30 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    03 Mag, 2024
Ultimo aggiornamento: 03 Mag, 2024
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I The Inner Me sono un gruppo austriaco attivo da ormai circa un decennio, quanto meno dal 2015, anno in cui è uscito il loro debut album “A new horizon” (al sottoscritto purtroppo sconosciuto); a distanza di quasi dieci anni si ripresentano con un nuovo full-length autoprodotto, intitolato “Rosabelle believe”, dotato di copertina alquanto anonima, composto da dodici tracce per quasi 57 minuti di durata totale. Si tratta di un concept album incentrato sulla figura di Harry Houdini e sul suo amore per la moglie Bess. Ma cosa suonano questi austriaci che, tra l’altro, non sono più dei ragazzini? Il loro sound è un Heavy/Power Metal contaminato da parti Hard Rock e qualche influsso Prog, il cui risultato è un qualcosa non di semplice assimilazione e che non è particolarmente orecchiabile, né ruffiano; sarà per le tematiche dei testi, ma il sound è quasi oscuro e melodrammatico e tutt’altro che easy listening o happy. Ci sono voluti quindi diversi ascolti per assimilare le varie tracce, ricche di sfaccettature diverse ma sempre piacevoli da ascoltare e riascoltare. Un’altra cosa che mi ha colpito è la notevole eterogeneità tra le varie tracce; si passa dal Power di “Immigration” alla hard rockeggiante (con richiami al sound americano degli anni ‘80) di “I am magic”, andando poi alla lenta e malinconicamente romantica “Far away from light” ed allo US Metal di “Dime show” e così via, fino alla breve conclusiva “Epilogue (Rosie, sweet Rosabel)” per piano e voce femminile. Ecco forse questa eterogeneità alla lunga finisce per rivelarsi un’arma a doppio taglio, appesantendo l’ascolto che non si rivela sempre particolarmente fluido e ficcante. Ciò nonostante, i vari ascolti dati a questo disco sono sempre stati piacevoli ed è evidente il buon gusto nel songwriting da parte del terzetto austriaco e, se qualcuno mi chiedesse di scegliere la mia traccia preferita, credo che non esiterei ad indicare “How I conquered the East”, la canzone più veloce e frizzante di tutta la scaletta. Strumento principale è la chitarra di Reinhard "Kotza" Müller che regala piacevoli parti soliste in quantità, ben sorretto dal basso di Daniele Tallamassl che ricama in sottofondo. Da segnalare la presenza di una voce femminile (di ospite ignota), oltre nella traccia conclusiva, anche nella già citata “Far away from light” e nella title-track, che duetta alla grande con il singer David Stawa; alla batteria invece c'è un altro ospite, l'austriaco Rainer Lidauer (come suggeritomi dalla stessa band). Tirando le somme, è evidente che gli austriaci The Inner Me con questo “Rosabelle believe” abbiano realizzato un album di buona qualità; adesso speriamo di non dover attendere un’altra decade per un nuovo disco….

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