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Unholy Impaler: puro black italico Unholy Impaler: puro black italico Hot

Unholy Impaler: puro black italico

recensioni

titolo
Collection Of Mephistophilis
Anno

Formazione:

Lord Impaler - Vox, Guitars.

Lord Goat - Drums.

 

Track-list:

1. Symphony Of Abazea

2. Blasfemous Torment

3. Lord Impaler

4. Faustus’s Last Hour

5. Black Vomit

6. Satan’s Speech

7. Supreme Evil Event

8. Old As Death

9. Supreme Evil Event II

10. Ritual Tribal Practice

opinioni autore

 
Unholy Impaler: puro black italico 2013-10-24 20:17:12 Marco Tripodi
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Marco Tripodi    24 Ottobre, 2013
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Nell’era del digitale è sempre più frequente imbattersi nel singolare quanto triste fenomeno dei “blackster da computer”: ovvero quella schiera di giovanissimi fan tutti contenti e fieri di quanto siano “true” e cattivi nello stare in poltrona a leggere su wikipedia la storie di cronaca nera dei Mayhem e degli Absurd, e che si fossilizzano nella cieca venerazione dei mostri sacri del black metal, ignorando la realtà italiana che con fatica emerge.
Gli Unholy Impaler invece testimoniano proprio che questa scena è viva ed ha ancora voglia di urlare, e per dimostrarlo esce con la ristampa di “Collection of Mephistophilis”, già edito nel 2001.
Due secondi di ascolto sono più che sufficienti per aver chiaro cosa propongono gli Unholy Impaler: i suoni cupi e indefiniti, grezzi e viscerali ci proiettano immediatamente nei gironi più tetri, marci e primordiali del black metal storico. “Symphony Of Abazea” ci introduce in un disco che odora di anni ’90, tutto farcito di fischi, fruscii e riverberi com’era nelle registrazioni che hanno fatto la storia del genere. Con questo inizio, cadenzato e sempre più veloce e furente possiamo addentrarci nel vivo di un disco che omaggia a mio dire due nomi su tutti: i primi Mayhem e i Bathory più oscuri; ma la lista di riferimenti sarebbe lunga se non volessimo trascurare gli Inquisition e gli Absurd.
Proprio con i Bathory condividono alcune interessanti idee compositive che sfruttano cambi melodici accattivanti proprio per la loro semplicità, lo si nota bene in canzoni come “Blasfemous Torment” e
Certo questo è uno stile che tende un po’ a ripetersi e a peccare di una certa mancanza di innovazione, ma i ragazzi affrontano questo deficit (deficit che è proprio del genere di black e non della band) sfruttando riff coinvolgenti e che emergono bene dalla bolgia sonora che hanno scelto di generare, e a tal proposito cito “Lord Impaler” (che si chiude in maniera forse un po’ troppo secca), ed alternando pezzi che sono pure incessanti cavalcate di metallo –come “Black Vomit” e “Supreme Evil Event”- ad altri pesanti e cadenzati come sono invece “Satan’s Speech” e “Old As Death”.
Purtroppo la voce, strozzata e stridula tanto da ricordare a tratti le parti di Burzum in “Filosofem”, talvolta si perde un po’ tra le linee di chitarra ed il martellante blast-beat della batteria, ma credo che più che un errore di registrazione questa sia un scelta data dall’intento di creare un atmosfera ancor più confusa tra i suoni roboanti e distorti.
Avviandoci alla fine merita una menzione particolare “Supreme Evil Event II”, poiché proprio in questo brano le ritmiche e le sonorità offerte riportano alla mente l’immortale capolavoro “Freezing Moon”, e credo che questo dica tutto.
Purtroppo, quello che deprime notevolmente il lavoro è la qualità della registrazione: certo, è chiaro che la band abbia scelto deliberatamente di far uscire un prodotto con questi suoni per rifarsi ad una corrente del black metal che ha nei suoni grezzi e artificiosi il proprio tratto distintivo, non posso non pensare che una produzione acusticamente più accurata e pulita renderebbe una maggior giustizia all’inventiva della band (specie per la scelta di non dividere la canzoni ma di farle susseguire tutte in un’unica traccia!).
Verrebbe da domandarsi: è vero che il black metal degli anni ’90 ha sfruttato l’infima qualità delle registrazioni casalinghe facendone il proprio marchio di fabbrica, ma se negli anni ’90 le moderne tecnologie fossero state come oggi alla portata di tutti, tanto da darci registrazioni casalinghe spesso di ottimo livello, non le avrebbero forse usate anche quei mostri sacri che oggi sono venerati dagli amanti de black metal? Agli ascoltatori l’ardua sentenza; nel frattempo promuovo gli Unholy Impaler!

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