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"Isles of Lore": la nuova meraviglia dei maltesi Weeping Silence "Isles of Lore": la nuova meraviglia dei maltesi Weeping Silence Hot

"Isles of Lore": la nuova meraviglia dei maltesi Weeping Silence

recensioni

titolo
Isles of Lore
etichetta
ViciSolum Productions
Anno
TRACKLIST:
1. The Watcher on the Walls =VIDEO UFFICIALE=
2. Serpentine
3. The Collector =VIDEO UFFICIALE=
4. The Beast and the Harrow
5. Interlude
6. Engulfer
7. Where Giants Roamed
8. A Silent Curse
9. The Legend of Matteo Falzon
 
LINE UP:
Dario Pace Taliana - voce
Mario Ellul - chitarre
Glenn Paul Pace - chitarre
Manuel Spiteri - basso
Alison Ellul - tastiere
Julian Mallia - batteria

opinioni autore

 
"Isles of Lore": la nuova meraviglia dei maltesi Weeping Silence 2024-07-04 16:47:08 ENZO PRENOTTO
voto 
 
4.0
Opinione inserita da ENZO PRENOTTO    04 Luglio, 2024
Ultimo aggiornamento: 04 Luglio, 2024
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Il percorso dei maltesi Weeping Silence è stato decisamente travagliato fin dalla nascita nel 1998. Partiti inizialmente come band Gothic Metal con voce femminile, nel corso degli anni fra cambi di formazione e stile la band ha visto un cambio di genere che li ha portati verso un Melodic Doom/Death metal con contaminazioni Progressive Metal e l’utilizzo totale della voce maschile. Ben otto anni sono passati dal precedente "Opus IV Oblivion" (il quarto album) e le differenze con il recente "Isles of Lore" si notano parecchio, grazie ad una produzione ottimale che valorizza gli strumenti e l’abbandono delle vocals femminili di Diane Camenzuli. Ne consegue sicuramente un indurimento non indifferente del sound dei Nostri, ma in ogni caso le cesellature melodiche e le finezze strumentali sono ancora ben presenti. Il disco si ispira al folklore locale fatto di creature, personaggi storici e leggende del paese natale della band che si andrà a spiegare nel dettaglio durante la recensione. Come anticipato, il disco si presenta nitido e cristallino e permette di godere di un’eccellente qualità audio, ma soprattutto vira verso un songwriting parecchio elaborato. Molti brani sono spesso caratterizzati da parecchi cambi di tempo e di umore. Ne è riprova il pezzo di apertura, sorta di inno ad un antico spirito guardiano che veglia sugli abitanti locali, che contiene una moltitudine di elementi: dalle chitarre melodiche ancorate al Doom, alle accelerate di batteria, voci pulite, tastiere orchestrali, assolo malinconici ed epici crescendo, il tutto condensato in pochi minuti senza che ci sia confusione; un miscuglio fra le atmosfere placide degli Amorphis e la robustezza drammatica dei Moonspell. Non mancano comunque episodi più massicci come i riff arrembanti della magnifica “Serpentine” e la sua enfasi nelle melodie tipica degli Evergrey, o la furiosa “The Collector” che richiama la grande mietitrice in versione femminile che appare al momento della propria morte. La componente Death Metal è anche essa presente nelle bordate feroci di “Engulfer” (antico mostro leggendario di cui si narravano le gesta per spaventare i bambini), nell’equilibrata “Where Giants Roamed” con le sue sfiziose ritmiche di batteria e tante sfumature nascoste o nel Progressive Death di “A Silent Curse”. Le perle più rare sono i due brani più lunghi. Il primo è “The Beast and the Harrow”, che mischia intermezzi psichedelici, parti Ambient, drumming jazzato, melodie che salgono fra gli astri e dei muri di suono imponenti. Il secondo, di sedici minuti, “The Legend of Matteo Falzon” (che narra le vicende di Matti Falzun, nobile che fu condannato come eretico dall’Inquisizione e che scappò in Sicilia nascondendosi dentro un barile), è un Doom apocalittico pregno di tastiere catacombali, spruzzate Jazz, tenui accenni Folk e drammatiche linee pianistiche. Non si poteva chiedere di meglio. Bentornati Weeping Silence!

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