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Seth: finalmente nel segno della continuità Seth: finalmente nel segno della continuità Hot

Seth: finalmente nel segno della continuità

recensioni

gruppo
titolo
La France des Maudits
etichetta
Season Of Mist
Anno

PROVENIENZA: Francia 

GENERE: Black Metal 

FFO: Kvist, Ondskapt, Watain, Emperor, Ancient 

LINE UP: 
Saint Vincent - voce 
Heimoth - chitarre, tastiere 
Drakhian - chitarre 
EsX - basso 
Pierre Le Pape - tastiere 
Alsvid - batteria 

TRACKLIST: 
1. Paris des Maléfices [05:10] 
2. Et Que Vive le Diable! [05:36] =OFFICIAL VIDEO= 
3. La Destruction des Reliques [05:52] 
4. Dans le Cœur un Poignard [05:31] =OFFICIAL VIDEO= 
5. Marianne [02:59] 
6. Ivre du Sang des Saints [05:37] 
7. Insurrection [07:34] =LYRIC VIDEO= 
8. Le Vin du Condamné [08:06] 
9. Initials B.B. (Bonus track, Serge Gainsbourg cover) [03:49] 

Running time: 50:10 

opinioni autore

 
Seth: finalmente nel segno della continuità 2024-07-25 11:34:55 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    25 Luglio, 2024
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Uscito nel giorno dell'anniversario della Presa della Bastiglia - 14 luglio -, "La France des Maudits" è il settimo studio album dei blacksters francesi Seth e, soprattutto, il primo segno di continuità da lungo tempo a questa parte. Questa nuova opera segue infatti di soli tre anni il maestoso "La Morsure du Christ", attestandosi come una vera e propria continuazione di quanto proposto dai Seth tre anni or sono. E questo perché finalmente Heimoth ed Alsvid hanno potuto contare su una line up rimasta inalterata dal predecessore, cosa questa che ha aiutato non poco i Nostri a trovare una stabilità anche stilistica. L'opener "Paris des Maléfices", ad esempio, sarebbe potuta benissimo essere una ghost track proveniente da "La Morsure du Christ", fungendo da trait d'union tra i due lavori. Vero, per quanto musicalmente continuativo del predecessore, "La France des Maudits" ha anche qualche piccola ma sostanziale differenza: i Seth qui scelgono un approccio leggermente meno violento e più ragionato, implementando le proprie sonorità con gelide arie che ricordano non poco i migliori Emperor ("Et Que Vive le Diable!", ad esempio). Ma nonostante questo, i Seth con questo loro nuovo album abbracciano definitivamente quel sound che aveva fatto le fortune dell'incredibile precedente lavoro, dandoci in pasto un disco di assoluto valore, in cui i sei sacerdoti neri sciorinano una prestazione di tutto rispetto con otto liturgie mefistofeliche in cui il carattere maligno dei Nostri risplende in tutta la sua oscura luce. Sembra anzi che i Seth si siano maggiormente avvicinati - musicalmente quanto concettualmente - alla sfera Religious Black, Ondskapt in primis, riuscendo al contempo a dare al proprio operato un'ariosità dovuta ad un buon gusto per melodie mutuate dalla scuola Black svedese. Otto nere gemme in cui convivono atmosfere luciferine ed una rabbia di fondo che porta a passaggi brutali quanto taglienti, ed a cui si unisce nella versione deluxe la bonus track "Initials B.B.", cover di Serge Gainsbourg già resa famosa dalla versione dei Therion... o per lo meno dal suo video che è un'apologia alle tette (diciamo le cose come stanno, perché il pezzo in sé dei Therion faceva anche cagare); questa versione dei Seth non sarà il massimo - e comincia a venirci il dubbio che il problema sia il brano originale -, ma comunque la band di Bordeaux è riuscita a far meglio dei veterani svedesi. Dunque, i Seth sono questi: se avete - come il sottoscritto - adorato "La Morsure du Christ", allora anche "La France des Maudits", per quanto un filino inferiore, saprà conquistarvi dal primo ascolto. E se i Seth sono tra i pochi gruppi Black Metal che il sottoscritto ancora ascolta con piacere, un motivo ci sarà, non trovate?

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