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Ceremony of Silence: un ritorno in grande stile per la band slovacca Ceremony of Silence: un ritorno in grande stile per la band slovacca Hot

Ceremony of Silence: un ritorno in grande stile per la band slovacca

recensioni

titolo
Hálios
etichetta
Willowtip Records
Anno

PROVENIENZA: Slovacchia 

GENERE: Blackened Death Metal 

FFO: Ulcerate, Ingurgitating Oblivion, Gorguts, Ad Nauseam, Deathspell Omega 

LINE UP: 
N. - voce 
Viliam Pilarčík - chitarre, basso, voce 
Matúš S. Ďurčík - batteria 

TRACKLIST: 
1. Primaeval Sacrifice [04:41] =LYRIC VIDEO= 
2. Serpent Slayer [05:19] =VISUALIZER VIDEO= 
3. Moon Vessel [04:31] 
4. Eternal Return [02:24] 
5. Light Runs Through Light [05:27] 
6. Perennial Incantation [05:42] 
7. King in the Mountain [07:33] 

opinioni autore

 
Ceremony of Silence: un ritorno in grande stile per la band slovacca 2024-08-07 09:50:14 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    07 Agosto, 2024
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dopo un buonissimo esordio - "Oútis" - tornano dopo cinque anni gli slovacchi Ceremony of Silence con quello che è il loro secondo full-length, intitolato "Hálios" e rilasciato alla metà di questo scorso luglio da Willowtip Records come il predecessore. I Nostri partivano già da una base più che solida ed il tempo che si sono presi tra una release e l'altra è servita per creare qualcosa di ancor più maturo, strutturalmente complesso, ma al contempo che riesce - incredibilmente - quasi ad essere in qualche modo più accessibile. Avendo come base un Blackened Death imperioso e monolitico - di base potrebbe rimandare principalmente agli Immolation -, il trio slovacco prende sin da subito traiettorie sghembe dando gran complessità alle proprie composizioni con dissonanze psicotiche supportate da un drumming che sarebbe quasi riduttivo definire forsennato. Ma allo stesso tempo, rispetto all'esordio di cinque anni or sono i Ceremony of Silence mostrano una certa ricercatezza in quanto a melodie, che imperversano per l'intera totalità dell'opera donando ai pezzi una sensazione di maggiori aperture ariose. Che poi sa tanto di effetto placebo: per quanto il buonissimo lavoro melodico sembri concedere una maggior accessibilità, i pezzi della band slovacca restano in ogni caso altamente complessi, con una vena sperimentale di fondo sempre ben presente e che ha il proprio culmine nella lunga traccia conclusiva "King in the Mountain". Un drumming sempre costantemente bestiale, un basso pulsante, un eccelso lavoro chitarristico tra riff magmatici e stranianti arpeggi, il tutto supportato da una produzione potente e chiara che mette in risalto ogni singolo aspetto di un album come "Hálios" che aumenta di fascinazione di ascolto in ascolto, grazie anche ad un'azzeccatissima doppietta di singoli ("Primaeval Sacrifice" e "Serpent Slayer") ed altri pezzi sicuramente degni di nota come "Moon Vessel" - la preferita di chi vi scrive - e "Perennial Incantation". Potremmo definire "Hálios" un disco 'subdolo': come detto, la ricercatezza melodica potrebbe dare quel senso di maggior ariosità, ma nel complesso i Ceremony of Silence si dimostrano ancora una volta maestri nel muoversi tra strutture oblique e martellanti dissonanze, trasportando l'ascoltatore in un incubo senza ch e quasi lo stesso se ne accorga. Insomma, se siete avvezzi a tali sonorità, l'acquisto è caldamente consigliato!

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