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Marche Funébre: tornano con uno dei migliori album Doom/Death degli ultimi anni Marche Funébre: tornano con uno dei migliori album Doom/Death degli ultimi anni Hot

Marche Funébre: tornano con uno dei migliori album Doom/Death degli ultimi anni

recensioni

titolo
After the Storm
etichetta
Ardua Music
Anno

PROVENIENZA: Belgio 

GENERE: Melodic Doom/Death Metal 

FFO: My Dying Bride, Paradise Lost, Officium Triste, Novembers Doom, primi Amorphis 

LINE UP: 
Arne Vandenhoeck voce 
Kurt Blommé - chitarre, voci pulite 
Fré De Schepper - chitarre 
Boris Iolis - basso, voce 
Dennis Lefebvre - batteria 

TRACKLIST: 
1. In a Haze [07:22] =LYRIC VIDEO= 
2. Palace of Broken Dreams [06:59] 
3. Devoid of Empathy [07:37] 
4. Enter Emptiness [07:30] 
5. Stranded [07:04] 
6. After the Storm [08:08] =OFFICIAL VIDEO= 

Running time: 44:37 

opinioni autore

 
Marche Funébre: tornano con uno dei migliori album Doom/Death degli ultimi anni 2024-09-27 16:23:35 Daniele Ogre
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    27 Settembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 2024
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Saremo ripetitivi, ma la spagnola Ardua Music è ormai sinonimo di garanzia assoluta quando si parla di quel Doom/Death melodico, malinconico e romantico; così come oggi possiamo essere certi che una delle maggiori realtà in quest'ambito è rappresentata dai belgi Marche Funèbre, chiamati con questo nuovo "After the Storm" a ripetere l'exploit del bellissimo "Einderlicht". Missione compiuta: i quattro anni passati dal precedente album a questa nuova creatura autunnale hanno giovato sicuramente all'act belga, capace di tirar fuori un disco dalle sensibili venature, in cui il mood generale malinconico e romantico trova diverse valvole di sfogo lungo le sei tracce che lo compongono; questo grazie, oltre ad un eccellente lavoro chitarristico, anche all'ottimo uso delle due voci, con il cantato pulito a dare una dolente ariosità alle gravose growling vocals. Già dalla bellissima openere "In a Haze" si può intuire come, sul piano compositivo, i Marche Funèbre abbiano compiuto ulteriori passi in avanti: le coordinate stilistiche e le influenze balzano sì subito all'occhio (o all'orecchio, in questo caso), ma è altresì vero che i Nostri sono cresciuti in maniera esponenziale sul piano della personalità, donando ai loro brani un tocco personale univoco che, in futuro, li porterà ad essere subito riconoscibili nella marea di bands che suonano questo dato genere; lo possiamo notare quando passaggi più duri e rabbiosi vanno poi a sciogliersi in tenui momenti di rara sensibilità, che subito rimandano alla mente nebbiosi paesaggi autunnali. Sei brani di gran caratura per 3/4 d'ora che si sposano alla perfezione con questi primi giorni autunnali, in cui i Nostri riescono ad essere a loro modo orecchiabili pur rispettando in pieno gli stilemi del genere, ed in cui spiccano sicuramente l'afflato disperato di "Enter Emptiness" (un titolo che è tutto un programma), e la meravigliosa title-track, in cui tutti gli elementi che formano il sound dei Marche Funèbre s'incrociano chiudendo l'album in un crescendo emozionale. Dopo una decade e mezza di carriera e cinque album, crediamo che sia arrivato il momento per i Marche Funèbre di raccogliere quanto effettivamente meritano.

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