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Grimgotts, un altro album valido, ma.... Grimgotts, un altro album valido, ma.... Hot

Grimgotts, un altro album valido, ma....

recensioni

gruppo
titolo
“The time of the wolfrider”
etichetta
Elevate Records
Anno

TRACKLIST:
1. An amber dawn =LYRIC VIDEO=
2. The rise of the wolfrider
3. Darkwood (I. The voyage – II. The sea serpent – III. The great oaks)
4. Ancient voices (Hear them calling)
5. Return to the sea =LYRIC VIDEO=
6. Wings of wonder
7. Swallowed by darkness
8. Riding to destiny =LYRIC VIDEO=
9. Black banners
10. Lord of the battle

LINE UP:
Andy Barton - Voce
David Hills - Chitarre
Jack Stanley - Basso
Fabio Garau - Tastiere
Mo Abdelgadir - Batteria

opinioni autore

 
Grimgotts, un altro album valido, ma.... 2024-09-28 09:55:46 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    28 Settembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 2024
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Seguo i Grimgotts da tanti anni ed ho sempre apprezzato il loro sound, un Symphonic Power con diversi richiami al Folk ed, in genere, alla parte più “happy” del genere In questi giorni è uscito, grazie alla romana Elevate Records, il loro terzo full-length (il quarto contando la compilation “Tales, sagas & legends” del 2021), intitolato “The time of the wolfrider”, sorta di concept che racconta l'epica avventura di un eroe che combatte streghe e licantropi nella terra mitica di Andria (immagino non ci sia nessun riferimento alla meravigliosa cittadina pugliese nel cui territorio c’è il mitico Castel del Monte). L’album è composto da dieci pezzi per una durata totale di quasi 57 minuti, segno che alcuni brani hanno durate “importanti”; il songwriting, infatti, ogni tanto ne risente in termini di efficacia, soprattutto quando ci sono lunghe parti parlate (come, ad esempio, nella prima e nella terza traccia) che saranno anche importanti per il concept, ma appesantiscono non poco l’ascolto. Emblematica, in tal senso, la terza canzone “Darkwood”, che è divisa in tre diversi movimenti, ma ha una durata eccessiva, accompagnata ad un ritmo non sempre brillante, il che la rende di complessa assimilazione. Diciamo che, a differenza di quanto accaduto in passato, l’album non è così immediato ed easy-listening e ci sono tracce che funzionano peggio di altre; tra queste citerei ad esempio “Wings of wonder” che ha delle parti in growling che non entusiasmano per niente (anche qui, però ci sono le necessità del concept da accettare, come accade anche nella prima traccia), oppure l’altra lunga “Return to the sea” che decolla a fatica. Alcune canzoni, inoltre, è come se avessero delle intro al loro interno e non vanno subito al sodo, perdendo in efficacia. Di contro, ci sono canzoni semplicemente strepitose, come la folkeggiante e divertente “Swallowed by darkness” (di gran lunga la migliore del disco e, guarda caso, anche la più breve) che non ci si stanca mai di ascoltare e rimanda a gente come Spellblast (quelli dei primi due fantastici dischi) ed Elvenking, ma anche la solenne “The rise of the wolfrider”, l’ottima opener “An amber dawn” (dopo il primo minuto) o la conclusiva “Lord of the battle” che a tratti ricorda l’Happy Metal dei Freedom Call. Da segnalare infine che si tratta del primo disco con il nuovo bassista Jack Stanley, che ha preso il posto di Nelson Moreira. Come detto, questo album è il meno immediato della carriera dei Grimgotts e necessita di diversi ascolti prima di essere assimilato pienamente; non tutti i pezzi di “The time of the wolfrider” hanno però lo stesso livello qualitativo e questo dato abbassa il risultato finale, che comunque resta più che positivo.

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