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Dragony, un passo indietro? Dragony, un passo indietro? Hot

Dragony, un passo indietro?

recensioni

gruppo
titolo
"Hic svnt dracones"
etichetta
Steamhammer/SPV
Anno

TRACKLIST:
1. From the new world (1584)
2. Dreamchasers
3. Silver & blood
4. Dragon of the sea (Sic parvis magna) =LYRIC VIDEO= 
5. Ill met by moonlight
6. Perfect storm
7. Hic svnt dracones (Here be dragons)
8. The world serpent
9. The einherjar (What dreams may come)
10. Twilight of the Gods =OFFICIAL VIDEO=  
11. Beyond the rainbow bridge =OFFICIAL VIDEO= 
12. The untold story (Albion online) (bonus-track) =OFFICIAL VIDEO= 

LINE UP:
Siegfried Samer – Voce
Mat Plekhanov – Chitarre
Simon Saito – Chitarre
Herbert Glos – Basso
Manuel Hartleb – Tastiere
Christoph Auckenthaler – Batteria

opinioni autore

 
Dragony, un passo indietro? 2024-10-12 16:11:29 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    12 Ottobre, 2024
Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 2024
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dopo quasi quindici anni (ben oltre, se contiamo anche il periodo in cui si chiamavano The Dragonslayer Project) di carriera, gli austriaci Dragony, guidati dall’espressivo e capace vocalist Siegfried Samer e dal bassista Herbert Glos, tornano a farsi sentire con il loro quinto album “Hic svnt dracones”, composto da dodici brani (bonus track compresa) per quasi 56 minuti di durata. Come tradizione per la band viennese, il sound è un Power Metal molto melodico ed orecchiabile con forti influssi sinfonici e sostanzialmente non ci sono particolari novità rispetto a quanto ascoltato quattro anni fa in “Viribus unitis”. Diciamo che le due novità principali sono i cambi di line-up, con il chitarrista russo Mat Plekhanov che ha preso il posto di Andreas Poppernitsch ed il batterista Christoph Auckenthaler arrivato al posto di Frederic Brünner. C’è poi un’altra differenza rispetto al precedente disco, ma questa volta in negativo: le tastiere! Spesso e volentieri, infatti, Manuel Hartleb tende ad esagerare ed il suo strumento sembra diventare un giocattolino per bambini (quelle belle tastierine della Bontempi!) con un suono che non entusiasma per niente; questo accade soprattutto nella seconda parte dell’album, in canzoni come “Perfect storm”, e soprattutto nell’accoppiata “Twilight of the Gods” e “Beyond the rainbow bridge”, con quest’ultima che viene letteralmente rovinata dalla tastiera, perché altrimenti sarebbe un gran bel pezzo. Non tutte le tracce hanno, quindi, lo stesso livello qualitativo ed alcune, pur essendo valide, non fanno impazzire, tipo la sinfonica “Ill met by moonlight” (errore di scrittura? Sembrerebbe mancare un apostrofo all’inizio…) che soffre di una certa ripetitività. Ciò nonostante, i brani scorrono via e si lasciano ascoltare anche piacevolmente, compresa l’intro “From the new world (1584)” che è tratta dalla famosa nona sinfonia di Dvorak. Tirando le somme, è solare che questo “Hic svnt dracones” è piacevole da ascoltare ma, a livello qualitativo, siamo un gradino sotto al suo predecessore; ciò nonostante, i Dragony si confermano su livelli superiori alla media e sono sempre più una garanzia in campo Power Metal… per la prossima volta, speriamo solo che ci siano meno tastierine e più chitarroni!

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