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I Veil of the Serpent e la loro galleria del peccato I Veil of the Serpent e la loro galleria del peccato Hot

I Veil of the Serpent e la loro galleria del peccato

recensioni

titolo
“Gallery of sin”
etichetta
Autoproduzione
Anno

TRACKLIST:

1.        The wolves among us

2.        Prelude to dread

3.        Profiling a demon

4.        Gallery of sin

5.        The end and the beginning

6.        Acquiesce and ignore

7.        Absolution

8.        Becoming ascendant

9.        Grease the wheels

10.    The rolling and the thunder

11.    Deliverance

12.    Schadenfreude

13.    Megalomania

14.    Sleep tight

 

 

Formazione:

Felix Pirk – Batteria

Gene – Chitarra

JD Stafford - Voce

opinioni autore

 
I Veil of the Serpent e la loro galleria del peccato 2025-02-09 19:07:26 Ninni Cangiano
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    09 Febbraio, 2025
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I Veil of the Serpent sono un gruppo formatosi nel 2021 e composto da due musicisti tedeschi (padre e figlio, rispettivamente chitarrista e batterista) ed un cantante statunitense; finora la band ha rilasciato una marea di singoli e ben tre EP, fantasiosamente intitolati “Gallery of sin” I, II e III, autoprodotti tra il 2022 ed ottobre 2024. A fine novembre 2024, si sono autoprodotti anche questo debut album e secondo voi con quale titolo? “Gallery of sin”, ancora una volta! Il disco, uscito solo in versione digitale, è composto dai tre predetti EP a cui sono state aggiunte le solite inutilissime ed immancabili intro ed outro e solo due pezzi nuovi, per un totale di ben 14 tracce ed una durata di quasi un’ora e ¼… un po’ troppo direi! Molti, troppi brani, infatti, hanno minutaggi elevati che sfiorano o addirittura superano i 10 minuti, segno che il songwriting tende ad essere alquanto prolisso; i pezzi lunghi, infatti, non riescono a tenere sempre alta l’attenzione e rischiano persino di annoiare (come accade, ad esempio, nella parte finale di “Megalomania”); metterne quindi parecchi tutti assieme si è rivelata una scelta poco oculata. Verrebbe da chiedersi anche che senso abbia autoprodursi solo in versione digitale tre EP in tre anni e poi autoprodursi sempre e solo in digitale un LP che raccoglie i tre EP ed aggiunge sostanzialmente solo due brani (sorvoliamo, infatti, sulle intro ed outro) che forse sarebbe stato meglio inserire in un quarto EP. Ma passiamo oltre a questo lecito dubbio. La musica dei Veil of the Serpent è un heavy metal alquanto oscuro, con un discreto groove sulle chitarre ed un cantato quasi baritonale che ogni tanto sfocia nel più becero (e fastidioso) growling che sinceramente non c’azzecca proprio nulla con il sound della band; JD Stafford, inoltre, non convince più di tanto, quasi abbia un’estensione alquanto limitata (almeno così pare) e difetti un po’ in espressività (ad onor del vero migliora leggermente nella parte finale della tracklist)… una sorta di via di mezzo poco ficcante, quando invece sarebbe servita una voce più calda o più acuta (a seconda dei gusti e della direzione musicale che si voglia intraprendere) e sicuramente maggiormente espressiva. Il ritmo imposto dal batterista tedesco Felix Pirk è spesso frizzante, ma soprattutto nei pezzi lunghi risulta non proprio brillante e fantasioso. Ho ascoltato e riascoltato più volte questo disco (seppur a tratti, a causa dell’eccessiva lunghezza) cercando di trovare qualche spunto positivo, qualche pezzo che da solo salvasse la baracca, ma ogni volta finivo con l’amaro in bocca rimanendo deluso, anche se devo evidenziare che la seconda parte della tracklist è migliore della prima. Trovo poco da salvare per questa band in questo “Gallery of sin” e per il futuro credo che i Veil of the Serpent abbiano bisogno in primis di trovare un cantante migliore e poi magari di svincolarsi da questa galleria di peccati e cercare di snellire il loro songwriting, in modo da renderlo più interessante e coinvolgente.

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