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Thundermother: dopo il riassetto arriva un album discreto. Thundermother: dopo il riassetto arriva un album discreto. Hot

Thundermother: dopo il riassetto arriva un album discreto.

recensioni

titolo
“Dirty & Divine”
etichetta
AFM Records
Anno

Tracklist:
01. So Close
02. Can’t Put Out The Fire
03. Speaking Of The Devil
04. Feeling Alright
05. Take The Power
06. I Left My License In The Future
07. Dead Or Alive
08. Can You Feel It
09. Bright Eyes
10. American Adrenaline

Line-up:
Linnea Vikström Egg – voce
Filippa Nässil – chitarra
Majsan Lindberg – basso
Joan Massing – batteria

opinioni autore

 
Thundermother: dopo il riassetto arriva un album discreto. 2025-03-16 19:03:25 Corrado Franceschini
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Corrado Franceschini    16 Marzo, 2025
Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 2025
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Potete pensare e dire ciò che volete su Filippa Nassil ma una cosa è certa: la chitarrista svedese è la leader indiscussa e indiscutibile delle Thundermother. Dopo il licenziamento della cantante Guernica Mancini e il susseguente allontanamento delle altre due componenti le Thundermother all’indomani dell’album “Black And Gold” - le tre ex hanno formato la band The Gems – Filippa non ha perso tempo e ha ricostruito la line-up. Sono entrate la cantante Linnea Vikstrom Egg (andate a vedere chi sono suo fratello e suo marito) e la batterista Joan Massing. Per il ruolo di bassista, invece, è stata richiamata Majsan Lindberg. Per ammissione della stessa Nassil quello che esce dai solchi di “Dirty & Divine” è Rock and Roll ma, personalmente, aggiungerei le parole ad ampio spettro e questo, a seconda dei punti di vista, può essere sia un pregio che un difetto. Il produttore Soen Andersen, al suo terzo album con le Thudermother, ha svolto un buon lavoro ed è stato in grado di donare tranquillità alle musiciste. La voce di Linnea se la gioca bene su tonalità medie/alte e la sezione ritmica svolge il suo compito con dignità. I ritornelli sono farciti di cliché e i soli di chitarra sono semplici e non eclatanti, ma i riff che caratterizzano i pezzi sono intriganti. Insomma; il disco non è eccellente ma è gradevole da ascoltare. Un pezzo come “So Close” è nato per far breccia nei cuori degli estimatori dell’Hard, ma anche in quelli di coloro che amano lo Street. “Can’t Put Out the Fire” è un Boogie/Hard dal tenore fine anni settanta perfetto per chi ascolta AC/DC e KISS. “Feeling Alright” è la canzone “aliena” del disco: prima ti intriga con il suo arpeggio stile Boston (quelli di “More Than a Feeling” N.d.A.) e poi ti frega di brutto virando verso il Pop Metal. Il disco scivola via con pezzi ascrivibili al mondo Hard come “I left My Lycense In the Future” o “Bright Eyes” fino ad arrivare alla traccia bonus del CD: “American Adrenaline”. In questo caso il gruppo oltrepassa il limite di velocità che si era auto imposto ma lo fa con poca accortezza dal punto di vista dell’assemblaggio e della coesione. Top song “Speaking of the Devil”: ha il giusto traino e un ritornello vincente. Canzone flop “Can You Feel It”: la reputo abbastanza scialba. Se la formazione manterrà un suo equilibrio, con il tempo riuscirà a fare ancora meglio. Per ora non vi rimane altro da fare che passare trentacinque minuti in pieno relax e canticchiare i pezzi di “Dirty & Divine”.

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