I Just Reborn sono una band symphonic metal con voce femminile che si è formata nel 2020 e che giunge al suo album di debutto, intitolato "Formae Mentis". Si tratta di un concept che tratta di emozioni, delle difficoltà nell'affrontare il mondo di oggi e di temi molto in voga di questi tempi come l'intelligenza artificiale e le sue possibili conseguenze. Sicuramente la band s'inserisce in un filone già ben consolidato di band sinfoniche, molto incentrate sulla voce solista, con orchestrazioni e una certa cura per le melodie. Si tratta senz'altro di ottimi musicisti: in particolare, la cantante Monica Bisquadro è dotata di una bella voce melodiosa e il chitarrista/bassista Giancarlo Russo ci ha ben impressionati per i suoi riff ma anche per i suoi fluenti assoli, caratterizzati da venature neoclassiche, per non parlare di squisiti arpeggi con la chitarra acustica che inserisce in alcuni brani. Ci sembra però che ci sia nel complesso ancora qualcosa migliorare come amalgama di gruppo per raggiungere risultati ottimali e competere con i nomi più importanti del genere. Ad esempio, la voce canta spesso su note molto lente e su arrangiamenti poco affini al metal, con un approccio che tende troppo alla melodia e alla dolcezza nelle sue interpretazioni, dando spesso la sensazione di essere un po' scollegata dal resto. La band prova ad ovviare in qualche brano inserendo growl vocals per conferire un po' più di grinta e in parte la cosa sembra funzionare, anche se fino ad un certo punto. In certi casi, poi, il risultato è quasi confusionario, come in "Dreams of Euphoria" (ed è un peccato, considerando che c'è in veste di ospite addirittura Timo Tolkki) o in "Cannonball" oppure, ancora, si nota come in "Brain Fag" ci siano influenze distanti dal metal, ma queste non appaiono essere ben amalgamate, finendo per farlo sembrare più un brano jazz o di bossa nova o di chissà cos'altro. Quando invece la band riesce ad equilibrare meglio le varie parti, i risultati sono interessanti, come si può ascoltare ad esempio in brani quali "Ad Aspera" o "Don't Hurt My Soul". Sicuramente c'è tanto talento in questa formazione e anche un buon livello di songwriting: lavorando maggiormente sul feeling tra i vari strumenti e la voce, in qualche misura anche con una produzione che valorizzi meglio alcune loro caratteristiche piuttosto che altre, siamo certi che potranno arrivare grandi risultati, ma per adesso i Just Reborn non ci convincono ancora del tutto.