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Corte Di Lunas, perchè? Corte Di Lunas, perchè? Hot

Corte Di Lunas, perchè?

recensioni

titolo
"Nemeya"
etichetta
Autoproduzione
Anno

TRACKLIST

01. Entering Nemeya

02. A new shape (OFFICIAL VIDEO) 

03. Il desideri di là (OFFICIAL VIDEO) 

04. Ruins (The deer)

05. In every sky (feat. Paolo Paron)

06. La polse dal ors

07. Driade

08. Fairies and fireflies (feat. Anna Cefalo)

09. Bal dal faun

10. The grey wolf (feat. Giacomo Voli)

11. The holy wild (feat. Anna Murphy)

12. Eagle’s nest

13. Semence salvadie

14. Grow (Outro)

 

 

Formazione:

Giordana (voce, percussioni)

Martina (ghironda, cori)

Maria Teresa (flauto traverso, tin whistle, cori)

David (bouzouki, cori)

Nicolas (chitarra, cori)

Massimo (basso)

Riccardo (batteria, percussioni)

opinioni autore

 
Corte Di Lunas, perchè? 2025-03-29 17:05:03 Ninni Cangiano
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    29 Marzo, 2025
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Devo ammetterlo, ero impaziente di ascoltare questo “Nemeya”, quarto album dei friulani Corte Di Lunas. Ero impaziente perché speravo di trovare un disco degno di “Lady of the lake”, quel meraviglioso full-length uscito nel 2014 che mi aveva fatto innamorare di questa band; mi sono trovato, invece, un disco che segue ed esalta il percorso musicale intrapreso con il suo predecessore (“Tales from the brave lands” del 2020), con un distacco notevole dal metal e la grande assenza della chitarra elettrica. Quel che resta oggi è una band che fa del puro folk il proprio manifesto e la propria proposta musicale, con il flauto della bravissima Maria Teresa quale strumento principale; a poco vale la presenza nella decima traccia di Giacomo Voli (10 minuti di vergogna per chi non conosce questo mostro sacro della musica metal italiana e mondiale!), perché obiettivamente di metal in questo disco sostanzialmente non c’è niente o quasi… giusto qualche riff di chitarra in sottofondo da parte di Nicolas, mai protagonista, nemmeno quando usa l’acustica, ma sempre comprimario degli altri strumenti della tradizione folk; c’è anche qualche rullata di batteria qua e là dello storico Riccardo, che sembra quasi limitarsi allo svolgere il suo compitino, senza eccellere particolarmente. Il secondo problema, infatti, oltre all’assenza totale della chitarra elettrica, è sostanzialmente nel ritmo che è sempre troppo blando, proprio a causa dello spazio limitato che viene concesso alla batteria, troppo relegata al compito di accompagnamento e mai protagonista come meriterebbe; la possiamo apprezzare solamente in pochi brani, come “A new shape” (che faceva ben sperare posta all’inizio della tracklist…), “La polse dal ors”, “The holy wild” ed “Eagle’s nest”, ma è troppo poco, davvero troppo. Parlando dei testi, questi sono cantati in inglese o in dialetto friulano, scelto come idioma degli spiriti della foresta di Nemeya; sempre ottima la performance di Giordana, ormai cantante notevole; con lei ci sono poi una serie di ospiti in alcuni brani, fra cui (oltre al già citato Giacomo Voli, tra l’altro in un pezzo che non esalta le sue qualità canore e nel quale quasi quasi nemmeno si nota) bisogna ricordare Anna Murphy degli svizzeri Cellar Darling. Dispiace dirlo, ma sono rimasto molto deluso dal percorso artistico intrapreso dai Corte Di Lunas, sempre più folk e sempre più lontani dal mondo metal, tanto che forse si poteva anche evitare di chiedere una recensione ad una webzine di musica metal come la nostra… è evidente, infatti, che questo “Nemeya” non è un disco per padiglioni auricolari abituati a chitarre elettriche e batteria a manetta. Sufficienza di stima, perché comunque bisogna riconoscere una buona qualità nell’esecuzione da parte dei vari componenti della band. Ora scusate, ma vado a riascoltarmi “Lady of the lake”.

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