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Predator, un nuovo disco dopo 39 anni! Predator, un nuovo disco dopo 39 anni! Hot

Predator, un nuovo disco dopo 39 anni!

recensioni

gruppo
titolo
"Unsafe space"
etichetta
Fighter Records
Anno

 

TRACKLIST:

1.        Saviors (Visualizer video) 

2.        Raping the population (Lyric video) 

3.        N.L.M.

4.        The fascism variant

5.        Winter wars

6.        Sons of liberty

7.        A new civil war

8.        California dreaming (The Mamas & The Papas cover)

9.        Plague of the deceivers (Visualizer video) 

10.    Violent objection

11.    Saboteur

12.    The crow upon the cross

 

 

Formazione:

Jeff Prentice – Chitarra e voce

Frank Forray – Basso

opinioni autore

 
Predator, un nuovo disco dopo 39 anni! 2025-04-05 16:44:34 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    05 Aprile, 2025
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Tra le tante bands al mondo con il nome Predator, oggi parleremo di quella proveniente dalla zona di Los Angeles in California, attiva addirittura dal lontano 1984, ma con all’attivo finora una manciata di singoli e demo, oltre al debut album rilasciato nel lontano 1986 (“Easy prey”), prima di questo secondo disco intitolato “Unsafe space”, uscito nel mese di marzo per la sempre attiva label spagnola Fighter Records. La band fu fondata dal chitarrista Jeff Prentice che si occupa anche di cantare e, per essere sinceri, non lo fa in maniera particolarmente convincente… se, insomma, la chitarra è strumento protagonista e si apprezza notevolmente, altrettanto non si può dire per il cantato, soprattutto quando Prentice cerca di raggiungere le note alte del pentagramma, dove madre natura non gli consente di arrivare agevolmente; meglio, quando si mantiene su livelli meno elevati, come ad esempio nella mosheggiante “Sons of liberty” (non a caso tra le canzoni migliori del disco). Jeff si occupa anche di programmare la batteria al computer e lo fa anche bene, dato che spesso e volentieri i ritmi sono belli frizzanti, proprio come la ricetta vincente dello speed metal (il genere suonato dai Predator) richiede. L’album è composto da 12 canzoni per la durata totale di poco superiore ai 40 minuti, segno che il songwriting è conciso e non si dilunga inutilmente; fra le varie tracce devo anche segnalare la cover della mitica “California dreaming” (canzone degli anni ’60 che fu tradotta anche in italiano), metallizzata a dovere in maniera estremamente godibile. E sono godibili anche la maggior parte delle altre tracce, tanto che non è mai stato un problema ascoltare e riascoltare l’album per questa recensione, anche quando qualche digressione nell’heavy più classico fa capolino (“Winter wars” ricorda non poco gli Iron Maiden, soprattutto per l’ottimo lavoro di Frank Forray al basso). Certo, qualche canzone un po’ ripetitiva e qualitativamente un gradino sotto alle altre ci sta, mi vengono in mente “A new civil war” (forse quella in cui Prentice canta peggio), “N.L.M.” e la conclusiva “The crow upon the cross” (che sa tanto di filler) che non mi hanno entusiasmato, anche se bisogna dire che non sono poi così scadenti. Tutto sommato, comunque, questo “Unsafe space” dei Predator non dispiace affatto, a patto di essere appassionati di certe sonorità old-style, dato che il buon speed metal non è certo un genere particolarmente moderno… Non resta che augurare ai Predator di diventare un quartetto con un vero batterista ed un cantante migliore e, soprattutto, di non dover aspettare altri 39 anni per un nuovo disco!

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