REVENGE: HARD ROCK ITALIANO....SUPERLATIVO!!!!!
Hot
recensioni
opinioni autore
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
E’ decisamente un periodo molto proficuo per l’Hard Rock made in Italy, negli ultimi anni avrò visto tantissimi progetti di grande livello forse solo meteore sta di fatto che l’industria discografica sembra aver ritrovato interesse verso un genere che fondamentalmente non è mai morto e mai morirà. In Italia qualcuno ha raccolto molto meno di ciò che gli spettasse, altri pur di concretizzare la loro arte hanno virato verso altri lidi costruendosi poi una discreta attenzione mediatica anche a livello internazionale. I marchigiani Revenge sono la Band di cui mi accingo a parlarvi appartenente alla schiera dei grandi talenti incompresi, di coloro che avrebbero fatto il sedere a tanti quotati act di caratura internazionale. La loro colpa? Essere italiani e trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato e concretizzando solo un EP e una raccolta. Nel 2012 il loro ritorno e quest’anno, per la precisione 14/01/2014 l’uscita di un grandissimo lavoro; “Survival Instinct” di cui ho il piacere e l’onore di recensire. Dopo tante chiacchiere lasciamo spazio alla musica.“Revenge” è una grandissima opener muscolare e melodica, chorus letteralmente stupendi e magistralmente supportati dall’ugola potente e graffiante di un grande Kevin Throat (citerò i nomi d’arte!! Nda) un nome non altisonante inversamente proporzionale all’estrema qualità artistica. Mi sfugge qualcosa nel pezzo. Ah no, è solo una scusa per ascoltarlo e riascoltarlo ed è meglio andare avanti con un’altra preziosissima gemma. “Survival Instinct” corre come un scheggia impazzita demolendo tutto e tutti. Red Crotalo regala un grande solo privilegiando l’intensità e il feeling al virtuosismo freddo e scontato. “Crazy Nights” è un aor roccioso ma pur sempre da canticchiare fin dal primo ascolto. Crotalo in questo pezzo fa letteralmente il figo sciorinando una prestazione impeccabile. Vediamo se anche in questo caso ci scappa un bel 5/5 ma le premesse ci sono. “Can’t Hold Me Down” necessita di un ascolto maggiore ma solo per essere cantata con la band a un loro live. Ruffiana e ammaliante da far invidia alle grandi band sleazy americane anche per ciò che concerne i grandi cori palesemente odiati dai moderni rockers o amati alla follia come dal sottoscritto e con la voglia irrefrenabile di ascoltarla a tutto volume rompendo le scatole ai vicini schiavi di D’Alessio e lagne affini. Aspettavo una ballad ed eccomi accontentato; che spettacolo ragazzi. “Flying” sembra uscita dalla penna di Steven Tyler, Joe Elliot e l’elenco potrebbe continuare citando i più grandi autori o le più grandi band autrici di ballad memorabili. Nulla da dire in merito al pezzo. Originalità? Non mi sento di affermare questo ma mette in luce il lato più caldo ed emotivo di una band più propensa a pigiare il piede sull’acceleratore. “Shelter” al momento è l’episodio più moderno del lotto pur mantenendo melodie vocali apertissime. Le linee di basso di Vallo incisive ma mai eccessive donano il calore necessario ad un pezzo dalle sfumature cariche di groove sicuramente coadiuvato da una produzione impeccabile. Ritorniamo su territori più aor e accattivanti con “Bite The Bullet”. Molto asciutto e scarno il sound come anticipato, morbide le linee vocali pronte a essere canticchiate a primo ascolto e con un Red Crotalo che ancora una volta regala uno dei soli migliori del disco. “Not The Same” segue in generale le coordinate “aor oriented” del pezzo precedente. Non vorrei essere ripetitivo o essere preda di facili entusiasmi ma non è colpa mia se questo disco è perfetto sotto tutti i punti di vista. Siamo quasi in dirittura d’arrivo con un’altra perla rocciosa di matrice più heavy, “Cannonball”.Un riffing tagliente è la colonna portante di questa penultima song e con Erik Lumen che sembra non aspettare altro di mettersi a martellare “dritto per dritto” come un pazzo. C’è da dire che la batteria in tutto il lavoro è calda e potente ma non eccessivamente “moderna”. Chiude Survival Instinct come una ciliegina su una torta buonissima “Home Again”. Che spettacolo ragazzi. Un’altra ballad stupenda. Kevin regala una prestazione calda ricca di pathos enfatizzando al meglio un lavoro di cori superlativo, la migliore del lotto sotto questo aspetto e mettendo il sigillo su un disco che mi ha regalato emozioni e adrenalina a manetta; la stessa che spero di essere riuscito a trasmettervi ma lasciandomi anche interdetto su come una band del genere abbia raccolto davvero poco per una serie di vicissitudini legate ai tempi assolutamente non propizi alla loro proposta. Ad ogni modo i Revenge hanno dimostrato di avere tanto cuore e amore per questo genere profilandosi come una delle più grandi realtà Hard Rock.